La penna degli Altri 16/07/2010 10:18

Ranieri: «Rivoglio Burdisso, ma a un prezzo giusto»

Gli chiedono se, nella visita a Trigoria, la presidentessa a tempo Rosella Sensi lo ha rassicurato sul prolungamento del contratto: «Il mio contratto non è un problema, la Roma per me è il massimo. Ho rifiutato anche diverse offerte per rimanere qui».

Il calciomercato non può colmare il gap con l’Inter, ma perdere Burdisso vorrebbe dire indebolire assai la squadra. Come comportarsi? «Burdisso è un giocatore importante per noi. Se però l’Inter insisterà su quelle richieste, non possiamo dare quello che non abbiamo. Inter che, l’anno scorso, non l’aveva messo neanche nella lista . Obiettivi? Non voglio illudere nessuno, ma puntiamo a ottenere il massimo. Quando sono arrivato c’erano solo macerie, ma grazie al sacrificio di tutti siamo riusciti a riconquistare il nostro pubblico. Certo, sarà difficile ripetersi, perché giocare la porta via punti. Ma confrontarsi con i migliori è emozionante».

Il mercato ha portato Simplicio e Adriano: «A centrocampo abbiamo due giocatori di grande qualità tecnica, Pizarro e Simplicio, e due di grande temperamento, e Brighi. Toni e sono stati tutti e due limitati dagli infortuni. Quando sono tornati, la squadra era troppo stanca per sostenere la loro presenza contemporanea in campo. Toni e Adriano sono diversi: Luca è il perno per far salire la squadra, mentre Adriano è più finalizzatore e ama partire da dietro».

e Adriano al Mondiale non c’erano, ma Ranieri ha visto lo stesso qualcosa di buono: «Le quattro finaliste mi hanno ricordato la Roma: hanno pensato a divertire e divertirsi. Il Pallone d’oro? Lo merita Sneijder e l’Inter dovrebbe ringraziare il Real che glielo ha dato».

Inter. Cioè la grande rivale. Da Mourinho a Benitez, per Ranieri, non cambierà molto: «Se mi mancherà Mourinho? È più facile che mi manchino altre cose. Mourinho e Benitez sono due allenatori "italiani", che pensano prima di tutto alla fase difensiva. Per cui vedremo un'Inter compatta e con la stessa organizzazione datagli da Mourinho».

Chiusura obbligata con la vicenda societaria: « Nella mia carriera ho già affrontato cambiamenti al vertice, ma io ho sempre pensato al campo. Al tifoso interessa la squadra che va in campo, non i ruoli societari. Dobbiamo estraniarci da tutto e mantenere competitiva la Roma. Posso augurarmi che chi arriverà, romano o non romano, possa far meglio di una società che ha portato la Roma ai vertici del calcio italiano, vincendo uno scudetto e varie coppe. La famiglia Sensi è stata spesso insultata, ma il tempo è galantuomo. Come lo è stato con me, lo sarà con i Sensi».