La penna degli Altri 10/07/2010 10:42
Nelle mani di Unicredit: cercasi compratore

Adesso che la cessione della Roma dipenderà soltanto da Unicredit per meglio dire, dalladvisor che sarà Banca Rothschild il problema è stato superato. Sempre che quello fosse il vero nodo della trattativa e sempre che lo sbandierato interesse per la Roma non fosse soltanto un modo per farsi pubblicità senza pagare linserzione.
La Roma, adesso, può essere acquistata a un prezzo molto inferiore a quello che a suo tempo aveva offerto la Inner Circle, per conto del Soros Management Fund. Cioè tra 270 e 283 milioni di euro. Ora la Roma vale il prezzo per acquistare le sue azioni, o non molto di più. Diciamo tra i 120 e i 150 milioni di euro. E si dovrà trattare con una banca che potrebbe anche avere interesse di finanziare, almeno in parte, lacquirente e non con un privato.
Il sindaco Gianni Alemanno, che nella vicenda ha tenuto una posizione attenta ed equilibrata, ha sintetizzato: «Spero che ora gli imprenditori di Roma ci mettano la faccia». Sì, perché questo è ilmomento dei fatti e non più delle parole. Rosella Sensi rimane come traghettatrice con il suo gruppo di lavoro , ma la Roma non è più sua. La gestione immediata, in attesa di un compratore, non sarà diversa da quella degli ultimi anni: autogestione, calciomercato finanziato soltanto con cessione di giocatori o andando a pescare negli utili della stagione precedente, attenzione spasmodica anche alla minima spesa. Certo, non è il Bengodi dei Moratti o dei Florentino Perez, ma niente di peggio di quello che i tifosi della Roma conoscono già. I problemi, semmai, saranno per Daniele Pradè, bravo ministro senza portafoglio.
Il lunghissimo giovedì, negli studi del professor Cesare Ruperto, presidente del collegio arbitrale, ha prodotto un accordo che solo apparentemente lascia Rosella Sensi in sella alla società. La (ex) presidentessa dovrà infatti rispondere a un consiglio di amministrazione composto da un membro indicato dalla famiglia Sensi, uno da Unicredit e il terzo, presidente con piene deleghe operative, nella persona del professor Attilio Zimatore.
Compagnia Italpetroli, che della As Roma era la controllante, ha annunciato con una nota che «è stata definita con il gruppo Unicredit una puntualizzazione per la negoziazione, entro il 20 luglio, di un più articolato accordo per la definitiva sistemazione dellindebitamento finanziario complessivo del gruppo Italpetroli». Il collegio arbitrale ha preso atto e ha fissato nuova udienza per il 26 luglio.
La notizia dellaccordo ha fatto ripartire la ridda delle voci e il toto-pronistici sul futuro proprietario della Roma. Il nome più gettonato è stato a lungo quello di Giampaolo Angelini, il cosiddetto «re delle cliniche romane». Poi è uscita la pista dellimmancabile fondo arabo, in questo caso il libico Aabar, azionista con il 4,99% proprio di Unicredit. Cè chi ha ripresentato la candidatura di Francesco Angelini, ovvero mister Tachipirina, che con Unicredit ha rapporti stretti e che per la Roma ha unantica passione, che in passato lo ha portato a critiche molto esplicite verso la gestione Sensi.
Limpressione è che nessuna di queste piste sia veramente valida, percorribile e gradita a Unicredit. Il colosso bancario, nelle settimane scorse, ha sentito ufficialmente e ufficiosamente un buon numero di imprenditori, per testare la loro disponibilità. Nessuno ha dato le garanzie necessarie.
Si era avvicinato anche un fondo statunitense, per investire denaro e non per gestire direttamente la società; gli yankees hanno poi preferito puntare su una partecipazione nel Manchester United, a sostegno del traballante trono di Malcolm Glazer.
Unicredit vorrebbe trovare una soluzione «veloce» allinterregno, ma è cosciente che la scelta del nuovo proprietario della Roma va fatta con attenzione. Il tifoso ha la memoria lunga e gli interessi intorno alla squadra giallorossa interessi anche e soprattutto politici sono tanti e hanno il loro peso. La Roma va venduta e non svenduta. Altrimenti diventerà un boomerang.