La penna degli Altri 05/07/2010 10:46

Il giorno della verità

Il piano di ristrutturazione prevede la valorizzazione e quindi la vendita dei beni con un mandato irrevocabile affidato a terzi. In cambio, i Sensi si toglieranno di dosso il fardello di oltre 400 milioni di euro di debiti (325 verso Unicredit e altri 90 con Montepaschi, più interessi) e manterranno nel loro patrimonio alcuni immobili, per un valore di circa 30 milioni di euro. Questo l’esito della trattativa tra legali (ieri c’è stato un altro incontro), ora manca la firma in calce di Rosella. Una formalità sulla carta, ma in questa vicenda il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. In realtà, i segnali che arrivano da entrambe le parti in causa portano tutti verso una direzione: la firma. Quella che Rosella non avrebbe mai voluto mettere ma la situazione critica di Italpetroli non lascia spazio ai sentimenti. Dopodomani è in programma l’assemblea della holding per approvare il bilancio e senza un’intesa scritta con Unicredit sarà difficile ottenere l’ok di revisori e sindaci. Non solo. Se oggi non si arriva all’accordo, toccherà al presidente del collegio arbitrale Ruperto dirimere la querelle con una sentenza attesa entro luglio e che difficilmente sarà a favore di Italpetroli.

Durante e dopo l’udienza arbitrale del 23 giugno gli avvocati della Sensi e lo stesso Ruperto hanno operato una «moral suasion» sulla presidentessa per spingerla verso l’accordo. Le sorelle Maria Cristina e Silvia non hanno mai avuto dubbi: il patto con Unicredit va firmato, mentre Rosella non si è arresa fino all’ultimo all’idea di lasciare la Roma. Prova ne è il suo colloquio di sabato a Palazzo Chigi con Gianni Letta in cui avrebbe chiesto al sottosegretario un aggiornamento sulla legge per la costruzione degli stadi di proprietà. Il progetto del nuovo impianto potrebbe restare un obiettivo dei Sensi. Unicredit ha già scelto di affidare alla banca d’affari Rotschild il mandato a vendere la Roma: i potenziali acquirenti sono alla finestra, pronti a intervenire da domani. Ma la fase di «transizione» verso il nuovo proprietario potrebbe essere gestita ancora dalla Sensi, alla quale è stata offerto di mantenere la presidenza del club in un cda blindato. Un ruolo senza poteri ma di «garanzia», anche nei confronti della piazza: la banca non vuole gestire direttamente il club ma punta a venderlo il prima possibile per togliersi di dosso la pressione di una tifoseria preoccupata. Rosella, dal suo canto, è terrorizzata dall’idea di uscire dal mondo del calcio (è stata appena confermata vice-presidente della Lega) e dai palazzi che contano e al tempo stesso accetterebbe di «traghettare» la Roma nei prossimi mesi solo a certe condizioni: è l’ultimo nodo da sciogliere e sarà oggetto di discussione nell’incontro di oggi. Fino a ieri sera la Sensi non ha comunicato agli altri dirigenti la sua decisione. Montali, Pradè e Conti sono comunque destinati a restare per la gestione ordinaria. e , entrambi in vacanza, hanno chiesto aggiornamenti, Ranieri ha deciso di presentarsi a Trigoria direttamente domenica, insieme alla squadra che si radunerà. Con quali prospettive? Oggi sapremo.