La penna degli Altri 24/07/2010 13:53

Gli imbavagliatori

Noi, come scritto nella storia di questo giornale, siamo al fianco del . Lo difendiamo per la semplice ragione che dice sempre la verità. L’ha detta contro l’arroganza leghista che insulta Roma e l’Italia, l’ha detta a proposito del calcio. È quella stessa verità che gli costò le ire dei signori della procura quando, insieme a Zdenek Zeman e a Franco Sensi, denunciò Calciopoli prima che esplodesse lo scandalo. Ora, parole sante
del , sono cambiati solo i colori, la logica è sempre quella. Negli ultimi due o tre campionati,
non l’abbiamo pensato soltanto noi. Che l’Inter abbia goduto di una quantità di aiutini arbitrali, l’hanno pensato anche milioni di tifosi e non solo romanisti.
 
Dopo Calciopoli l’asse del potere calcistico è rimasto ben saldo al Nord, ma si è spostato sull’Inter. Una squadra cui, a parte gli episodi di campo che documentiamo nelle pagine interne (dossier che speriamo la procura federale voglia considerare) è stata consentita una gestione assai allegra dei propri bilanci (il nostro
Daniele Galli lo documenterà accuratamente nei prossimi giorni), e cui è stata perdonata un’irregolarità grossa come una casa. Aprite bene le orecchie, soloni incipriati, giornalisti senza coraggio, giudici senza giustizia: è stato riconosciuto che la trattativa per portare Milito all’Inter è stata condotta in modo irregolare dal momento che il presidente Moratti ha trattato questo acquisto con il presidente del , , che era «inibito» e che quindi non poteva trattare nulla. La norma dice che in caso di acquisto irregolare di un giocatore la squadra che l’acquista deve essere penalizzata per ogni partita che il calciatore gioca. Siccome Milito ne ha giocate moltissime ed è stato quasi sempre decisivo, applicando la legge l’Inter avrebbe dovuto essere penalizzata di non so quanti punti. Altro che scudetto, sarebbe retrocessa in B (guardate che questa tesi non è nostra che siamo dei poveri ignoranti, ma di esperti e stimati giuristi). E invece? E invece, la farsa: anche Moratti «inibito». E ha fatto pure finta di indignarsi: ma mi faccia il piacere!, come direbbe il divino principe De Curtis, in arte Totò.
 
Dopo aver messo a posto con tanta dolcezza la pratica Inter,la procura federale doveva mostrare un po’ di coraggio. E l’ha fatto, come al solito, contro . Non ci provate. Non provate a mettergli il bavaglio. Il capitano non ha paura. E noi con lui, ci batteremo sempre non solo in difesa della Roma, ma di un’altra idea del calcio, un calcio pulito, senza strapoteri economici e aiutini arbitrali. Lo sappiamo che per voi questa è follia. Ma quando tutto crolla spesso sono i folli a indicare la via della saggezza.