La penna degli Altri 18/07/2010 12:36

Gli anti Inter

La Roma vicecampione d’Italia riparte con un impianto leggermente modificato, in un’atmosfera di grande incertezza. La squadra non è cambiata moltissimo: sono partiti Motta e Toni, è arrivato (oltre a Simplicio) Adriano. Un innesto suggestivo ma rischioso, considerando i precedenti extra calcistici del brasiliano. Se non si lascia sedurre dalla dolce vita romana può fare sfracelli ma il suo acquisto è da considerarsi una scommessa. Incertezza anche sulla situazione finanziaria del club, in attesa di un acquirente credibile e munifico. La trattativa più urgente per il d.s. Pradè è quella relativa all’argentino Nicolas Burdisso, desideroso di restare nella capitale, che l’Inter non ha però intenzione di svendere.

Il Milan, che si raduna martedì, riprende i lavori con un nuovo allenatore, Allegri, e tre neoacquisti: Amelia, Yepes e Sokratis (ieri sottopostosi a visite mediche). «Siamo la squadra che negli ultimi due anni ha totalizzato più punti dopo l’Inter» ha ricordato nei giorni scorsi Adriano Galliani. Vero, però l’ambiente è demoralizzato. L’austerity imposta da Fininvest ha reso complicato questo calciomercato estivo e al momento non vi sono le premesse per immaginare lo sbarco di un fuoriclasse. A meno che uno dei big se ne vada: il Real Madrid, per esempio, è pronto a mettere sul piatto 15 milioni più Diarra per Thiago Silva, considerato però incedibile in via Turati. Discorso diverso per Ronaldinho, atteso oggi in Italia. Ha ancora un anno di contratto (a 8 milioni). Il Milan gli ha promesso di iniziare in autunno i discorsi per il prolungamento (con la prospettiva di ridiscutere l’ingaggio). Dinho ritorna con un’offerta concreta in tasca (dei Los Angeles Galaxy) e una per l’immediato già svanita. Ieri la presidentessa del Flamengo Patricia Amorim ha fatto sapere: «Abbiamo la possibilità di pagare quanto proposto a Dinho, però il Milan non lo lascia libero. Magari fra 6 mesi la questione sarà risolta». Da definire la situazione di Gattuso, indeciso se restare o emigrare in cerca di nuovi stimoli.

La squadra che più si è mossa sul mercato è stata la  alle prese con una rivoluzione cominciata dall’organigramma societario (fuori Cobolli Gigli, Roberto Bettega e Alessio Secco, dentro Andrea Agnelli e Beppe Marotta), e proseguita in panchina con l’addio a Zaccheroni e l’arrivo di Delneri. Ha comprato in tutti i reparti (Storari, Bonucci, Martinez, Pepe, Lanzafame e Motta) ma ora si ritrova con una rosa ipertrofica. La lista dei cedibili è lunghissima, Felipe Melo è una scommessa, Gigi Buffon, reduce dall’intervento per ernia discale-lombare, un punto interrogativo. Diego non vuole partire: «Io sono sempre stato convinto di restare alla . Ora lo sono ancora di più». Ma senza i quattrini derivanti dalla cessione del brasiliano, immaginare l’arrivo di uno fra , Krasic e Forlan è quanto meno azzardato.