La penna degli Altri 08/06/2010 10:28

Uno sbarco tra Voeller e Bernardini

Iniziamo dunque da Milano, proprio da lì, l’Imperatore ha iniziato il suo definitivo trasferimento nella capitale. Milano, vale a dire la stessa à da cui nel 1928, arrivò alla Roma . Negli stessi giorni, nelle stesse ore, in cui “Fuffo” siglava con Renato Sacerdoti il contratto che lo regalava alla leggenda della Lupa, Hemingway scriveva febbrilmente A farewell to arms ("Addio alle armi"), che tra le sue ambientazioni aveva proprio Milano, con le piogge, la nebbia, il disincanto di sempre.

In particolare una frase del capolavoro dello scrittore dell’Illinois sembra scritta per Adriano: «Non c’è nessuno che il mondo non spezzi, molti poi si rafforzano nel punto dove sono stati spezzati». Guardando il calendario si scopre un altro segnale potente, Adriano sbarca in Italia per vestirsi di giallo-rosso il 7 giugno, vale a dire il giorno in cui la Roma è nata.

In quel 7 giugno 1927, quando a Via Forlì 16 l’Alba-Audace, la Fortitudo-Pro- Roma e il Roman Football Club trovarono il definitivo accordo di fusione, l’unico straniero in organico era l’argentino Luduena Chini, detto “l’Avvocato”. A pensarci bene un tipo di calciatore sudamericano specularmente opposto allo stile di Adriano, tanto potente il primo, tanto elegante il secondo. Eppure entrambi hanno avuto una vita da gitani, irrequieta, spesa tra Europa e Sud America.

Una vita con qualche rimpianto ma sempre baciata dal talento. Franco Sensi, in quel 1927, aveva appena un anno di vita, ma ben presto suo padre Silvio gli avrebbe regalato una tessera da socio vitalizio, segnando per certi versi, non solo il percorso del figlio, ma anche quello della nipote, quella Rosella che oggi regge la presidenza del club. Il 7 giugno è anche il giorno in cui a Fiumicino sbarcò uno dei più grandi centravanti della storia del calcio, Rudi Voller.

Il 7 giugno 1987 Rudy era ancora soprannominato “Grissino”. In cinque, irripetibili stagioni alla Roma divenne il“Tedesco Volante”, conquistò il titolo di Campione del Mondo che gli era crudelmente sfuggito nella finale iridata del 1986, conquistò e donò il cuore ad una à che ancora oggi lo considera uno dei suoi figli.

La parte terminale di quella trattativa era stata condotta da Ettore Viola che come accaduto in queste settimane con Pradé, aveva voluto incontrare il ragazzo per rendersi conto della sua voglia di trasferirsi in Italia. Nel 1984 Voller aveva rifiutato Milano e il Milan, dicendo no a quel Nils Liedholm che lo aveva richiesto e che ora lo ritrovava ingiallo- rosso.

Allo stesso modo Ranieri ha dichiarato di aver cercato Adriano quando sedeva sulla panchina del Chelsea e vede solo oggi coronare quella sua antica aspirazione. Torniamo a Milano, crocevia dei destini della Roma.

Sempre nella à lombarda, precisamente in casa del Rognoni, si svolse un altro momento cruciale per i destini giallorossi. Giampiero Boniperti incontrò Nils Liedholm per convincerlo ad accettare la panchina della . Perché Milano? Perché Milano è l’organizzazione, la pianificazione, l’aperitivo invece del pranzo, le chiavi elettroniche al posto di quelle d’acciaio … Milano è un futuro algido, burocratico senza anima, senza magia … E Liedholm che la magia l’aveva come regola di vita, come stella polare, avvolse il suo interlocutore di gentilezze, chiacchierò con lui fino alle cinque del mattino, ma alla fine gli rispose che abbandonare Roma non sarebbe stato possibile. Boniperti finì per dormire in una piazzola di sosta di quella Milano grigia e nebbiosa. Liedholm decollò per Roma, come farà tra poche ore Adriano … Il resto lo teniamo per noi, perché: «Le cose belle a dirle a voce alta non si avverano»