La penna degli Altri 02/06/2010 08:14

«Noi siamo la Roma. Temeteci»

Stramaccioni, ieri la ripresa degli allenamenti. Come ha trovato la squadra?

Il morale è altissimo, anche perché i ragazzi sono consapevoli di aver fatto una grande impresa, sia per il passaggio del turno, sia per la prestazione offerta nella gara di ritorno degli ottavi. Non abbiamo parlato della partita con il Palermo. Come ho detto ai ragazzi, la mentalità è fondamentale. Noi abbiamo già voltato pagina. Non ho fatto rivedere la partita, ciascuno può rivedersela per conto suo se vuole, ma non c’è motivo di autocelebrarci. Quello che ci interessa è sempre la prossima gara.

L’euforia è stata smaltita?

Rispetto al campionato, il discorso è diverso perché lì c’era in ballo una classifica che ci permetteva di guardare tutti dall’alto. Ora ci sono otto squadre che partono alla pari. Tutte e otto hanno il morale altissimo, quindi dobbiamo tenere presente che nella nostra stessa situazione ci sono altre sette squadre. I ragazzi hanno festeggiato in modo particolare la vittoria sul Palermo? Questo è un gruppo molto unito e credo si veda in campo e fuori. Sinceramente non so se abbiano fatto qualcosa insieme, anche perché abitano in zone di Roma molto diverse.

Qual è il programma di avvicinamento alle finali per quanto riguarda gli allenamenti?

Innanzitutto, giovedì (domani, ndr) conosceremo le nostre avversarie. Non abbiamo previsto amichevoli perché arrivati a questo punto, ci sembrano poco produttive. Forse sabato mattina faremo un test, ma si tratterà di una partita fra di noi. Devo dire che la squadra ha evidenziato una condizione strepitosa. I ragazzi vanno a duemila... Con il Pannoncini abbiamo programmato sette sedute da qui alla partenza per Chianciano. Nelle prime quattro faremo un ciclo di mantenimento, mentre nelle altre tre lavoreremo sulla velocità.

Con che spirito vi avvicinate alle finali?
 
Io cerco di trasmettere alla squadra quello che imparato nelle mie precedenti esperienze nelle final-eight. Solo chi non le ha mai giocate, può parlare di una formazione favorita. In una fase finale, per di più con una formula così, sono troppe le cose che devono coincidere affinché si possa arrivare in fondo. Il confine fra vincere e non vincere è veramente sottile. Il reglamento è durissimo: in un girone di quattro squadre passano solo prime due e decisiva può risultare la differenza reti. Per questo ho detto ai miei ragazzi che la nostra finale sarà la prima partita. Se non perdiamo, andiamo a giocarci la seconda il giorno dopo. Altrimenti, al 90% siamo fuori.


C’è una squadra che non vorreste incontrare?
 
Sappiamo che ci sono squadre più attrezzate e le rispettiamo tutte e sette. Noi siamo la Roma, arrivati a questo punto, un’avversaria vale l’altra, sono tutte temibili. Però è anche giusto che siano gli altri a temere noi.
 
Sono tre le squadre del vostro girone che si ritroveranno a Chianciano.
 
Sì, il nostro è l’unico girone con tre squadre alle final-eight. Che fosse di altissimo livello, noi lo sapevamo bene. Abbiamo fatto un’annata straordinaria e la qualificazione è il premio per la stagione incredibile dei ragazzi. Indipendentemente da come vada a finire.


Dopo Roma-Palermo, lei ha detto che è stata la miglior partita della sua gestione. Conferma?
 
Sì, nel senso che è stata la prestazione migliore, considerando che si trattava di un ottavo di finale, quando di solito si vedono partite bruttine e tirate, oltretutto contro un avversario di valore, che è andato a meno di due minuti dal batterci (all’andata, ndr). È stata la partita perfetta anche per lo scenario in cui si è giocata, un palcoscenico non da settore giovanile.
 
Lei ha anche detto di sperare che alla fine della stagione i ragazzi fossero diventati, oltre che più bravi, anche più tifosi. Vale anche per lei?
 
Domenica mi sono emozionato come ad Arco. Quando sei romano e romanista, non puoi non avere delle emozioni in più da questo binomio. E per i ragazzi è lo stesso. Non per niente, l’ultima cosa che ho detto nello spogliatoio prima di scendere in campo è stata «lo so che è difficile, ma ricordatevi che fino all’80’ siete calciatori. Al triplice fischio potete tornare tifosi». E in effetti così è stato. Un’altra grande soddisfazione è essere riusciti a emozionare così tanta gente. Il calcio giovanile è una passione, non possiamo che ringraziarli.
 
Per lei è la quarta finale consecutiva.
 
Già. Scudetto a parte, siamo sempre arrivati sul podio. Però anche molti ragazzi c’erano già l’anno scorso, ed è una cosa che che conta tantissimo.


Domenica in tribuna c’erano diversi giocatori che lei ha avuto uno o due anni fa. Le ha fatto piacere?
 
Enormemente. Vuol dire che sono molto tifosi e legati allo staff. Questo dimostra come la società riesca a creare un grande legame. Quanto a me, posso solo ringraziarli, mi hanno dato tantissimo.
 
Cosa c’è nel futuro di Stramaccioni?
 
Le finali di Chianciano. Il mio futuro è questo. Adesso non voglio parlare di nient’altro. Chi vince i Mondiali? Mai come quest’anno le Nazionali sono iper-competitive. È sempre difficile che un’europea vada a vincere fuori dal continente, ma spero e sogno che vinca l’Italia.