La penna degli Altri 01/06/2010 11:58
La matematica non sarà mai il suo mestiere
Giovanni Trapattoni. Il mondo si ricorda quella partita per il fallo di mano di Henry, ma quel tocco serve al giocatore del Barcellona solo per fare lassist. A buttare dentro il pallone è William Gallas, il giocatore che la Roma vorrebbe portare nella Capitale. La posizione del difensore francese in quella occasione non è del tutto casuale. Intanto perché Gallas cominciò proprio come attaccante e poi perché lui e Henry si capiscono alla perfezione come se fossero dei fratelli.
Di più, dei gemelli. E in effetti, andando a vedere i loro certificati di nascita, il dubbio potrebbe pure persistere: Parigi, 17 agosto 1977. Per entrambi. Perché sono nati a pochi minuti di distanza luno dallaltro e sono pure cresciuti calcisticamente insieme nel centro federale di Clairefontaine, quello dove si raduna sempre la nazionale transalpina. In quella squadra che ha formato tantissimi talenti del calcio francese, William arriva ancora bambino, dopo uninfinità di giornate passate per strada insieme ai suoi amici e al fratello minore (che, caso strano, si chiama Thierry e che allepoca era considerato il più forte dei due) a giocare a pallone ma non solo. Anche a baseball, laltra passione del difensore. Le strade sono quelle di Villeneuvela- Garenne, una periferia parigina dove papà Gallas, originario della Guadalupe, ha trasferito la famiglia. Nel 1990, dopo 13 anni parigini, i genitori decidono di tornare a casa.
A quel punto si trovano di fronte ad una scelta difficile: separarsi dai figli per consentirgli di provare a trovare la loro strada in Francia, oppure portarseli dietro e continuare una tranquilla vita familiare. Ma William è ormai deciso a diventare un calciatore professionista, una volontà che ha espresso anche ai suoi professori di scuola. Uno di loro, quello di matematica, un giorno gli fa: «Vuoi fare il calciatore? Ma non è mica un lavoro?». La storia dirà che quellinsegnante si sbagliava. In ogni caso quelli sono giorni difficili per i Gallas. Fino a che una sera il papà raduna la famiglia a casa della zia e fa un annuncio importante: «William, abbiamo deciso che resterai qui. Ma fai attenzione che, alla prima occasione in cui ti cacci nei guai, torni da noi a Guadalupe».
Questo avvertimento pesa sulla testa di William negli anni successivi come una spada di Damocle. Gallas non ha nessuna intenzione di lasciare il centro federale di Clairefontaine, del quale nel frattempo è entrato a far parte, e così si getta a capofitto negli allenamenti. Allepoca gioca da attaccante, anche se dagli amici è soprannominato "Tigana" come il grande centrocampista francese degli Anni 80 che insieme a Platini, Fernandez e Giresse, formava il centrocampo "magico" della Francia campione dEuropa. Quella di Gallas non è comunque una vita facile. Mentre nel fine settimana i suoi compagni tornano dalle famiglie, lui se ne va a casa dello zio e resta solo aspettando di tornare a giocare. E in quel periodo che diventa amico di Henry e Rothen, suoi compagni di squadra. Poi, a 17 anni, arriva la grande occasione, quella del calcio vero, con il Caen. «Mi sentivo veramente bene - ricorda lui sul suo sito ufficiale - potevo finalmente fare ciò che volevo. Potevo respirare».
William aveva appagato il
suo bisogno di libertà, un bisogno che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Al Cean diventa molto
amico dei camerunensi Tchato e Sommeil e di Etienne Mendy, che poi diventerà il suo procuratore.
Con questi compagni più grandi di lui (lo chiamavano "ragazzino") passa un periodo bellissimo. Ma la sua carriera non si può fermare. Arriva la chiamata del Marsiglia e accetta volentieri. Il primo anno non è però un granché, prima per dei problemi contrattuali, poi per una frattura allalluce. Gioca pochissimo. «A volte ho pensato di mollare tutto - confesserà in seguito -, ho continuato a lavorare duro, ma nel weekend non giocavo». In quel periodo impara a lottare da solo. E i risultati arrivano. Nel 1999 Gallas fa esplodere tutto il suo talento giocando come esterno difensivo alla sinistra di Laurent Blanc. Dopo 4 anni al Marsiglia, nel 2001 approda al Chelsea di Claudio Ranieri per 6,2 milioni di sterline. In mezzo a tante stelle ci mette comunque
poco a conquistarsi un posto da centrale al fianco di Desailly. Dopo Ranieri arriva Mourinho, col quale le cose vanno bene allinizio, poi la duttilità di Gallas, che fino ad allora era stato un pregio, è causa di frizioni col tecnico che gli toglie la maglia numero 13 per cederla al nuovo acquisto Ballack. Lepilogo della storia è la cessione allArsenal nellambito delloperazione che porta Ashley Cole a Stamford Bridge.
Dei gunners William diventa presto il capitano, fino al novembre del 2008 quando Arsene Wenger gli toglie la fascia come punizione per alcune dichiarazioni pubbliche nelle quali non è tenero nei confronti dei compagni di squadra. Ora la sua strada e quella dellArsenal sembrano destinate a dividersi a causa delle strategia del club, che non fa contratti pluriennali agli ultratrentenni. Questioni di scelte, delle quali possono approfittare la Roma e Ranieri, che ritroverebbe così il ragazzo che aveva voluto tanti anni fa a Londra. E per il quale stravede. «Ha fatto bene al Chelsea e allArsenal. Tutti i giocatori di vertice farebbero bene alla Roma» ha detto qualche mese fa il sor Claudio alla vigilia della partita col Milan. Poi la Roma ha avuto altro a cui pensare: cera
un sogno in corso. Che nella stagione appena terminata non si è realizzato per un soffio, ma che può ricominciare subito dopo il Mondiale. Magari con il "parigino della Guadalupe", il quasi gemello di Henry. Uno che, come dice Ranieri, «alla Roma farebbe comodo».