La penna degli Altri 16/06/2010 13:11
La deregulation della Tessera del tifoso
CONTRATTI ALLITALIANA
Dal vuoto legislativo al caos diversificato il passo è breve. Basta sfogliare i giornali o ascoltare le radio. Se ne dicono di tutti i colori: La Tessera del Tifoso è obbligatoria per legge. Anzi no, anzi si, solo per i nuovi abbonati. No, è per le trasferte nei settori ospiti. Solo in A e B. No, pure in Lega Pro. No, anche per i biglietti in casa. Risultato? Una giungla nei moduli di adesione, i contratti per i tifosi poi al vaglio della black list della Questura. Ce nè per tutti i gusti. Modena e Cesena richiedono una dichiarazione sostitutiva per certificare lassenza di carichi pendenti, scavalcando pure la L. 41/07: basta solo una denuncia, nemmeno una condanna in primo grado, per respingere la richiesta di un aspirante tesserato. Roma, Samp, Varese e Figline hanno rispolverato la Legge 1423/1956, vecchia di 44 anni: se sei un ozioso o un vagabondo abituale, un dedito a traffici illeciti, vivi di proventi da favoreggiamento, sei proclive a delinquere e a sfruttare la prostituzione, esercitando il contrabbando o il traffico illecito di sostanze stupefacenti, niente fidelity card! Insomma, allo stadio solo col casellario giudiziale immacolato.
PRIVACY E MICRO-CHIP
Pronunciandosi sugli usi della tecnologia a Radio Frequency Identification, il 9 Marzo 2005 il Garante della Privacy afferma che determinati impieghi possono costituire una violazione del diritto alla protezione dei dati personali ed avere serie ripercussioni sull'integrità e la dignità della persona, anche perché il trattamento dei dati personali attraverso RFID può essere effettuato all'insaputa dell'interessato, limitandone le libertà. Attraverso l'impiego della RFID, potrebbero raccogliersi dati sulle abitudini dell'interessato a fini di profilazione e tracciare i percorsi effettuati, individuandone la posizione geografica. Neanche a farlo apposta, come da Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, la Tessera del Tifoso monta micro-chip a RFID. Rodotà prescrive le misure a garanzia della privacy, tra cui il principio di necessità (si può usare RFID solo per le necessità strettamente necessarie in relazione alla finalità perseguita, cioè solo per tracciare lingresso allo stadio e non per spiare gli spostamenti dei titolari) e di informativa (chiara evidenza deve essere data anche alle modalità per asportare o disattivare l'etichetta o per interrompere in altro modo il funzionamento del sistema RFID). Cosa dicono i contratti dei Club? Prendiamone dieci: carta Goal Member (Palermo), Samp Card (Sampdoria), Robur Senese (Siena), A.S. Roma Club Privilege (Roma), Cuore Rossonero (Milan), Siamo Noi (Inter), Cuore Rossazzurro (Catania) e poi Varese, Figline, Modena. Nessuna traccia dell'RFID né delle prescrizioni di Rodotà. Sarebbe stato troppo. Meglio pensare ai Mondiali in Sudafrica e alle telecronache pay-per-view (in HD).