La penna degli Altri 25/06/2010 14:14
I Sensi e Profumo divisi da 75 milioni
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Dopo il rinvio al 5 luglio della seconda udienza arbitrale tra UniCredit e Italpetroli, di cui piazza Cordusio é socio al 49%, i legali (il professor Francesco Carbonetti per piazza Cordusio e il professor Agostino Gambino per i Sensi) sono al lavoro per arrivare prima di quella data a un accordo da presentare al presidente del collegio arbitrale Cesare Ruperto. Venti giorni di tempo, dunque, per cercare una conciliazione che eviti la strada della procedura stragiudiziale. E la volontà di evitarla, secondo quanto si apprende, c'è. Gli avvocati di Piazza Cordusio e della società della famiglia Sensi hanno così fissato un incontro interlocutorio per il 30 giugno con l'obiettivo di trovare un accordo di massima.
La proposta di Piazza Cordusio per azzerare i conti prevede, appunto, di rilevare il gruppo Italpetroli, lasciando alla famiglia Sensi 20 milioni di euro di immobili di loro proprietà. In questo caso l'ipotesi è che il gruppo bancario non vada certo a gestire ma pensi piuttosto a valorizzare gli asset, e quindi a vendere anche la società calcistica. Tale offerta, inoltre, contempla una serie di condizioni. Prima di tutto che la famiglia Sensi ritiri la causa per anatocismo. Italpetroli ha infatti accusato la banca di anatocismo, cioè di calcolare gli interessi sugli interessi. In base all'accusa il debito di Italpetroli - pari a 325 milioni a cui si sommano 80 milioni verso Mps - sarebbe lievitato di circa 80 milioni. Inoltre la banca chiede la permanenza della famiglia Sensi nella gestione del gruppo fino al cambio definitivo di proprietà. Per finire, c'è il nodo dell'advisor: affidare il mandato per la cessione del club giallorosso, attualmente nelle mani di Mediobanca, a un altro advisor. A riguardo, la volontà sarebbe quella di scegliere una banca internazionale che possa allargare oltreconfine il parterre dei possibili acquirenti della As Roma.
Sul pacchetto offerto dai legali di piazza Cordusio si starebbe ora trattando: la famiglia Sensi sarebbe disposta a passare la mano del gruppo, ma in cambio chiederebbe di restare in possesso di immobili per 95 milioni. Questione di valutazioni, partendo dal valore della As Roma. Sta di fatto che la posizione negoziale della famiglia, tuttavia, in questo momento è più debole, da qui la convinzione che ci sia spazio per una accordo. Qualcuno indica la soglia dei 30 milioni come livello ragionevole su cui costruire un patto negoziale. E' chiaro, tuttavia, che l'interesse di tutti è di mettere la parola fine alla lunga querelle.
Intanto, in mattinata si è riunito nel quartier generale della famiglia Sensi di Villa Pacelli il consiglio d'amministrazione dell'As Roma che è stato informato sulla certificazione della Deloitte in merito al pagamento degli stipendi dei tesserati al 30 aprile 2010 e agli adempimenti fiscali e contributivi.
Sembra infine tramontata l'ipotesi dell'imprenditore farmaceutico Francesco Angelini che, stando alle voci di mercato, avrebbe avuto un duro scontro con la famiglia.