La penna degli Altri 24/06/2010 10:21

E domani Julio Baptista gioca col Brasile per la Roma

Che Baptista non rientri più nei piani di Trigoria, si sa. È stato lui stesso ad ammetterlo nei giorni scorsi, dicendo: «Non so se resterò alla Roma. Ranieri non mi ritiene adatto al suo gioco». Dopo due anni (è arrivato nell’agosto del 2008) la sua avventura in giallorosso è arrivata al capolinea. La Roma, però, vuole monetizzare la sua cessione. In Inghilterra, dove si gioca un calcio molto più fisico di quello italiano, ha parecchi estimatori, su tutti il Tottenham, disposto a spendere cinque milioni. Troppo poco, secondo la Roma, che spera in almeno un paio di milioni in più. Per questo una buona prestazione domani sarebbe ben accolta dai dirigenti giallorossi, che hanno bisogno (anche) della sua cessione per poter poi dedicarsi ad obiettivi come la conferma di Burdisso e gli esterni che Ranieri ha chiesto con insistenza. La partita di domani, poi, è una di quelle che tutto il mondo vedrà, anche perché di fronte a Luis Fabiano e compagni ci sarà quel fenomeno che risponde al nome di Cristiano Ronaldo che contro la Corea del Nord è stato autore di una prestazione fantastica.

Pure in Brasile, la prova di Baptista è molto attesa. Dunga si fida di lui (e lo considera un talismano) e a chi lo ha attaccato per la sua convocazione, ha sempre risposto: «Per lui parlano i numeri». Eccoli: nelle undici volte in cui è stato schierato titolare dall’inizio non ha mai perso: il suo score è di 9 vittorie e 2 pareggi, vale a dire l’87,8% di percentuale in positivo. Di alcuni di questi trionfi è stato grande protagonista, come quando nel 2007 regalò a Dunga il suo primo trofeo, la Coppa America, in cui Julio, che dopo le prime partite aveva soffiato il posto di titolare a Diego (Kakà aveva chiesto ed ottenuto di essere esentato), segnò nei quarti di finale contro il Cile, in semifinale all’Uruguay e nella finale all’Argentina.

Da quel momento Dunga non ha mai dimenticato questo giocatore del quale non si è mai capito bene il ruolo

(nei suoi club ne ha cambiati tanti, ha fatto perfino il mediano), e che di Kakà è già stato compagno

ed alternativa ai tempi della comune militanza nel San Paolo. Oltre a Baptista, dal primo minuto - come sempre - ci sarà Juan, uno dei punti cardine della Seleçao. Di lui, ieri, ha parlato il capitano Lucio: «È uno dei più grandi al mondo e insieme, in questi giorni, abbiamo parlato spesso per evitare di prendere quei gol evitabili come quello contro la Costa d’Avorio. Il nostro sogno è quello di tutto il Brasile: vincere il Mondiale