La penna degli Altri 25/06/2010 10:08

Donovan non è Pepe

Dicevamo di Donovan, centrocampista di qualità, buon marcatore, autore lui sì, al 92’ contro l’Algeria della rete che ha permesso agli Usa di finire al primo posto del proprio girone, davanti ai "maestri" inglesi di don Fabio Capello, altro allenatore sulla graticola.

Landon Donovan, fosforo e bellezza del Los Angeles Galaxy, il calciatore che a livello di popolarità ha posto in secondo piano David Beckham, è una delle "stelle" di questa manifestazione sudafricana, un elemento completo, che gioca a testa alta (come Paulo Roberto Falçao) e che all’interno dei sedici metri possiede la freddezza e la precisione di un . Nelle sue esperienze europee (Germania e Inghilterra) non è stato fortunato: il destino lo ha sempre riportato negli Stati Uniti, dove è un idolo, alla pari dei divi della NBA e del baseball.

Nel 1994, in occasione della Coppa del Mondo, gli Usa, seppur tra mille difficoltà furono capaci di far uscire dal ghetto il pallone e le sue magie, impresa che non riuscì negli Anni 70 ai Cosmos di Pelé. Da quel momento in avanti, gli americani hanno cominciato a ragionare da "grandi". E Donovan è uno degli artefici dei miracolo che continua. Lui che, come ha ricordato Gabriele Romagnoli, «a 17 anni ha rischiato di smettere quando, giocando a golf in Florida, per recuperare una pallina si è chinato su quella che credeva fosse una roccia. Era un alligatore che ha cercato di staccargli il piede con un morso». Già, quando si dice il fato amico.