La penna degli Altri 18/05/2010 10:44

«Voglio giocatori che non si arrendono mai»

Il primo è che il gruppo di lavoro non si tocca. Il segreto della Roma è stato formare un blocco unico tra i giocatori e lo staff tecnico. I rapporti tra molti giallorossi e Luciano Spalletti si erano deteriorati, come è anche naturale in ambienti di lavoro tanto stressanti e competitivi.

Il gruppo di lavoro comprende anche Gian Paolo Montali, il coordinatore delle risorse umane dell’area sportiva, che era entrato nel mirino di alcuni ascoltati «consigliori» della proprietà per il giudizio negativo sul fallo di su Balotelli nella finale di Coppa Italia. Il lavoro di Montali è nei fatti: la Roma è cresciuta anche grazie a lui, che ha portato professionalità sportiva.

Il secondo punto è che Ranieri non chiede pazzie di mercato, ma qualche acquisto mirato. Fabio Simplicio è già arrivato a parametro zero, manca solo l’ufficialità. Il primo passo deve essere la conferma di Nicolas Burdisso, ormai un leader indiscusso nella squadra. Piace molto Andrea Masiello, del Bari, capace di giocare sia da centrale difensivo che da esterno . Per intenderci, piace più di nomi famosi come l’ivoriano Eboue, dell’, molto forte in fase di spinta ma poco adatto a quella difensiva. Tutto da vedere il destino di Luca Toni, non è escluso che possa rimanere. I contratti di Julio Sergio, Cassetti e Taddei sono da rinnovare: la probabilità che ciò avvenga è esattamente nell’ordine in cui li abbiamo elencati. Se c’è da spendere, Ranieri preferisce farlo per esterni di centrocampo di qualità. Benayoun può essere più di un’idea.

Il terzo punto è che il rapporto speciale tra squadra e tifosi deve continuare e, se possibile, migliorare ancora. Alla consegna dei premi Ussi al circolo Aniene, Ranieri ha detto: «I venti mila tifosi a Verona sono la testimonianza di quello che chiedevo ai ragazzi all’inizio: portiamo la gente allo stadio, saremo contenti quando avremo riempito l’Olimpico. Li abbiamo riportati in trasferta e ricreato un amore indissolubile con questa maglia e con questa squadra. Per tutto questo i ragazzi devono essere felici. Quello che ha fatto la squadra quest’anno è sicuramente irripetibile. Però non dobbiamo metterci paura. Sarà più dura, sarà più difficile, ma a noi le cose difficili piacciono. L’importante è fare un campionato di vertice: ci sarà la , andremo in giro per l’Europa. Siamo i messaggeri di Roma, una à conosciuta in tutto il mondo, quindi dobbiamo continuare a farci conoscere e rispettare in ogni luogo. Il mio futuro? Resto al cento per cento. La nazionale? Mia figlia, quando ha sentito queste voci, mi ha detto: papà non fare scherzi. E io l’ho tranquillizzata».