La penna degli Altri 22/05/2010 12:36

«Tutti i tifosi hanno il diritto di andare in trasferta senza limitazioni»

Balotelli, ha indossato il suo nome. «Credo che tutti i tifosi abbiano il diritto di poter seguire le loro

squadre del cuore in trasferta senza limitazioni, perché avere o non avere i propri sostenitori al fianco

può fare la differenza».

È il pensiero di su un tema attualissimo. Il lo espone sul "Corsport": «I nostri tifosi

nelle ultime trasferte (Bari, Parma e Verona) hanno dimostrato passione e compostezza e in tanti, veramente

tanti, sono stati al nostro fianco e spero che questo possa accadere senza limiti nella prossima

stagione»
. Così potrebbe non essere, invece. L’introduzione della tessera del tifoso costringerà molti romanisti a una scelta drastica: o la carta o niente. Dal primo settembre, la tessera - quella giallorossa è l’As

Roma Club Privilege - sarà obbligatoria per seguire la Roma lontano dall’Olimpico. Senza, salvo (improbabili)

contrordini di Lega o Viminale, si resterà a casa.

 

È esattamente quello che non vuole . Che infatti aggiunge:

«Una delle cose belle del calcio è quella di svegliarsi la mattina, preparare i propri figli e portarli in trasferta a seguire la squadra del cuore. E seguire la Roma è ancora più bello. Se i tifosi sbagliano siano sanzionati, ma devono avere la possibilità di manifestare la loro appartenenza alla nostra squadra, senza dimenticare

che rappresentano anche un forte impulso al turismo locale».


 

Lo scudetto è andato, la passione è rimasta. Francesco conferma di essere rimasto sbalordito. Dopo

17 anni di calcio, si è commosso due volte di seguito. La prima con il Cagliari, la seconda col Chievo.


«Andare sotto la curva con i miei figli e ringraziare la tifoseria - racconta l’uomo divenuto Leggenda

- per il grande gesto d’amore che ha fatto, per me, resterà un ricordo bellissimo che può essere paragonabile a qualche successo sportivo che non ho potuto centrare. Domenica scorsa, a un certo punto della

partita contro il Chievo, mi sono fermato a vedere quasi un intero stadio in trasferta continuare a cantare

per noi
e solo al pensiero che tutti quei tifosi, tutte quelle famiglie erano partite da Roma, con poche

certezze ma con tante speranze, mi ha fatto sentire ancora più fiero di essere il capitano e il rappresentante

di questa à»
. Una à che lo adora. Ogni anno di più.