La penna degli Altri 21/05/2010 12:01

Totti: "Il mio orgoglio si chiama Roma"

E’ stato un campionato vissuto intensamente da tutti noi, dalla squadra, dalla dirigenza, dalla so­cietà e dai tifosi. Inizialmente c’erano tante preoccupazioni sul­la sorte della Roma, ma ancora una volta, come ci è già successo in passato, il nostro gruppo si è dimostrato vincente. Un gruppo solido, composto da professioni­sti e uomini veri, calciatori che hanno dato il loro apporto per portare la squadra ai posti che le competono.

Ci sono tante cose che nel calcio italiano devono assolutamente es­sere migliorate ed è giusto riba­dirlo anche al termine di questa stagione, a mente fredda, affin­ché tutte le componenti del calcio possano trovare le giuste soluzio­ni. Gli stadi italiani, a cominciare dai fondi erbosi, spesso sono ina­deguati per lo spettacolo che pro­muove e produce il calcio, soprat- tutto a livello televisivo. Le strut­ture sono vecchie, sia per gli spet­tatori che per noi atleti risultano scomode e inadeguate. I campi in alcuni periodi dell’anno spesso sono causa dei nostri infortuni. Tutto questo può rendere le no­stre prestazioni meno spettacola­ri. Gli stessi tifosi pagano il bi­glietto andando a vedere uno spettacolo in una struttura vec­chia. E’ come se un bel film fosse proiettato in una angusta sala ci­nematografica. Gli orari delle partite a mio avviso devono tene­re conto delle condizioni climati­che. In estate è giusto giocare in orari serali, piuttosto che a tem­perature torride nella fascia po­meridiana. Invece nel periodo in­vernale l’introduzione delle parti­te negli orari del pranzo potreb­bero portare allo stadio famiglie intere con i bambini, non espo­nendoli alle temperature rigide dell’inverno durante la sera. Si eviterebbero anche i pericoli dei terreni ghiacciati.

Credo che tutti i tifosi abbiano il diritto di poter seguire le loro squadre del cuore in trasferta senza limitazioni, perchè avere o non avere i propri sostenitori al fianco può fare la differenza. I no­stri tifosi nelle ultime trasferte ( Bari, Parma e Verona), hanno dimostrato passione e compostez­za e in tanti, veramente tanti, so­no stati al nostro fianco e spero che questo possa accadere senza limiti nella prossima stagione. Una delle cose belle del calcio è quella di svegliarsi la mattina, preparare i propri figli e portarli in trasferta a seguire la squadra del cuore. E seguire la Roma è ancora più bello. Se i tifosi sba­gliano siano sanzionati, ma devo­no avere la possibilità di manife­stare la loro appartenenza alla nostra squadra, senza dimentica­re che rappresentano anche un forte impulso al turismo locale.

In questa stagione ho vissuto una sensazione particolare e cre­do unica, quella di giocare Roma­-Cagliari in uno stadio che dall’ini­zio alla fine mi ha sostenuto, dove i tifosi sono stati splendidi in tut­ti i settori dello stadio e hanno travolto con il loro entusiasmo an­che i nostri dirigenti, che indossa­vano la mia maglia. Andare sotto la curva con i miei figli e ringra­ziare la tifoseria per il grande ge­sto d’amore che ha fatto per me resterà un ricordo bellissimo che può essere paragonabile a qual­che successo sportivo che non ho potuto centrare. Domenica scorsa a un certo punto della partita con­tro il Chievo, quando arrivavano notizie poco confortanti da Siena, mi sono fermato a vedere quasi un intero stadio in trasferta con­tinuare a cantare per noi e solo al pensiero che tutti quei tifosi, tut­te quelle famiglie erano partite da Roma con poche certezze ma con tante speranze mi ha fatto sentire ancora più fiero di essere il capi­tano e il rappresentante di questa à. Loro sugli spalti si sono me­ritati lo scudetto dei tifosi e que­sto non deve essere dimenticato da nessuno.

Domenica alla fine mi sono se­duto al centro del campo emozio­nato e sfinito sotto l’aspetto fisico, deluso sotto l’aspetto sportivo, ma orgoglioso di aver regalato un so­gno a un’intera à. Trovare mi­gliaia di tifosi all’aeroporto al ri­torno e vedere alcuni tifosi salire sul pullman a festeggiarci in mo­do vivace ha fatto capire a chi an­cora non aveva mai vissuto questi momenti cosa vuol dire indossare questa maglia ed essere tifosi di questa squadra.

Per quello che riguarda le valu­tazioni tecniche e personali la sta­gione agonistica si è conclusa, ma ancora non siamo in vacanza. Credo che a pallone fermo farò le mie valutazioni per affrontare la nuova stagione nel migliore dei modi.