La penna degli Altri 19/05/2010 11:43

Tommasi: "Ho detto a mio figlio: Guarda cos'è Roma"

Per questo domenica pomeriggio se l’è messo sulle spalle e l’ha portato al Bentegodi. Non in tribuna. Ma nel settore ospiti. In mezzo ai ventimila «fantastici» tifosi della Roma. Perché uno spettacolo del genere Samuele non lo poteva perdere: «È vero - conferma Damiano - volevo fargli vedere quanto potesse essere bello assistere a una partita nello stadio della nostra à interamente colorato di giallorosso. È stato uno spettacolo che non dimenticheremo mai, né io né lui». Jeans e maglia verde per Tommasi, riconosciuto

da tanti tifosi «sono sempre gentilissimi con me», e completino della Roma per Samuele, tre anni e mezzo: «Da noi a Verona - spiega l’ex numero 17 - i bambini ricevono i regali il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre. E

lui quest’anno ha avuto maglia e pantaloncini della Roma, che è la sua squadra del cuore». Una giornata da ricordare, insomma. Se non fosse stato per quei dieci minuti «di sonno che si è fatto proprio durante i gol, nel primo tempo. Comunque - ribadisce ridendo Tommasi - lo spettacolo è stato un altro». Strano che uno come Damiano, che ha vissuto l’anno di grazia 2001, riesca ancora a stupirsi di quanto grande possa essere l’amore romanista. Quello striscione "Chi tifa Roma non perde mai" lo sintetizza: «Ma io non avevo dubbi.

Conosco bene quanto sia speciale la passione giallorossa, ma quello che è successo domenica forse ha pochi precedenti. È stata un’emozione incredibile, sentirli cantare così tanto per 90 minuti... Non era facile, specie nel secondo tempo quando il gol di Milito è stata una mazzata
». Lui, seduto in mezzo a loro con i

compagni del Sant’Anna, non ha cantato «perché non lo faccio mai, ma certi cori li ho riconosciuti compreso l’inno, ovviamente» ma ha tifato fino all’ultimo, credendo in un miracolo. «Sì, ci credevo. Sapevo che era difficile, ma una speranza in cuor mio l’avevo. L’ho detto anche ai ragazzi, quando sono andato a trovarli

sabato sera. Mi sarebbe piaciuto che, nove anni dopo di noi, la Roma potesse ridiventare campione d’Italia
». L’avrebbero meritato, Ranieri e i suoi: «Sono stati protagonisti di una grande annata, andata al di là di tutte le aspettative. Hanno fatto qualcosa di fantastico». L’avrebbe meritato anche una à, Roma, capace di mostrare, solo e soltanto grazie a e compagni e ai loro tifosi, il lato migliore del calcio: «Sono stato nella Capitale per tanti anni e so di cosa siano capaci i romanisti. Ma quello che ho visto e sentito al Bentegodi credo sia stato qualcosa di irripetibile. È stato bello esserci ». Per lui e, soprattutto, per Samuele. Che, quando sarà grande, potrà orgogliosamente dire: «Io, il 16 maggio 2010, c’ero».