La penna degli Altri 31/05/2010 12:24

Simplicio - Kakà - Baptista

In quel periodo, visti i pessimi risultati ottenuti, la società paulista decise di disfarsi dell’intero centrocampo titolare composto da Marcelinho, Vagner, Edmilson e Beto e di sostituirlo con quel gruppo di giovani così promettenti. La mossa si rivelò vincente sia sul campo che per le casse societarie, rimpinguate dalle successive cessioni dei tre ragazzi che, in quell’ormai lontano 2000, portarono linfa vitale in prima squadra, aiutando il San Paolo a disputare un buon campionato. E se Kakà brillava per la fluidità della corsa e per l’eccezionale controllo di palla e tiro in porta, Julio Baptista eccelleva nel fisico e nei calci piazzati, mentre Fabio Simplicio si faceva valere nel lavoro a tutto campo e negli inserimenti da dietro.

Insomma, una sorta di Perrotta brasiliano e non a caso la Roma ha pensato a lui proprio per avere in organico una validissima alternativa nel ruolo. Nel 2003 il San Paolo monetizzò il valore di Kakà e Baptista cendendoli al Milan e al Siviglia, mentre tenne Simplicio, anche se pure su di lui c’erano già gli occhi di molti osservatori del vecchio continente. In quella stagione 2003-04 Simplicio giocò 48 partite di campionato con 9 gol e 11 su 12 nella Coppa Libertadores (la  del Sudamerica), in cui il San Paolo fu eliminato in semifinale.

Che fosse forte davvero ormai era chiaro a tutti e nel 2004 il suo cartellino fu acquistato dal Parma, al quale era stato segnalato da Arrigo Sacchi, a quei tempi osservatore del club emiliano. Sul ragazzo lo staff tecnico del Parma capeggiato dall’Arrigo nazionale lavorò moltissimo e i frutti si videro nella seconda stagione in Emilia, dopo una prima vissuta come quella dell’apprendimento e soprattutto dell’ambientamento, poiché il freddo e l’umidità furono avversari difficili da sconfiggere per il brasiliano, che in Patria era abituato a ben altri climi.

Nel 2005-06, una volta capito cosa volevano da lui i tecnici e come si dovesse vivere da noi per affrontare un campionato difficile come il nostro, esplose, segnando 10 reti in 37 partite di campionato (ne saltò solo una per ) e una in 2 gare di Coppa Italia. La continuità di rendimento fu il suo pezzo forte, così come il fiuto del gol. Il presidente Maurizio Zamparini si innamorò di lui e lo portò al Palermo in cambio di cinque milioni e mezzo di euro al Parma e un contratto quadriennale di 700.000 euro al giocatore. Era l’estate del 2006 e per Simplicio, nato il 23 settembre del 1979 e sposato con Elaine, iniziava una nuova vita. Al posto delle nebbie emiliane c’era ora il sole della Sicilia, molto più simile a quello del suo Brasile. Poi qui c’era il mare e un altro stile di vita rispetto a quello emiliano, pragmatico e perfetto, ma anche grigio e un po’ noioso. La vitalità siciliana e gli ottimi risultati conseguiti dalla squadra con lui in campo lo fecero innamorare dell’isola, nella quale il 21 ottobre del 2009 festeggiò la nascita del secondo figlio, Jordan, che si aggiunse

alla sorellina Luana.

Grazie a quel bel periodo professionale e umano che stava vivendo, il 9 novembre 2009 arrivò anche la prima convocazione in nazionale da parte del Dunga, che volle vederlo in occasione delle amichevoli del 14 e 17 novembre con Inghilterra (contro la quale rimase in panchina) e Oman, contro il quale collezionò quella che finora è la sua unica gara in maglia verdeoro entrando all’inizio del secondo tempo al posto di Felipe Melo.

Storie di brasiliani d’Italia che si accavallano e che ora - probabilmente - porteranno ad una staffetta giallorossa tra i due vecchi amici di San Paolo, Julio Baptista e Fabio Simplicio. Quanto al ruolo che ricopre quest’ultimo si dichiara un trequartista e per quello che abbiamo visto negli ultimi tempi possiamo dire che ha ragione, anche se quando era al San Paolo veniva considerato più una mezzala, tanto che quando arrivò in Italia disse di assomigliare un po’ a Mauro Silva e un po’ ad .

La trasformazione tattica, dunque, l’ha vissuta in questi cinque anni che ha passato con noi, ma soprattutto nella stagione scorsa con Ballardini, allora mister del Palermo. «Da quando mi ha detto di giocare sulla tre quarti campo ho ritrovato tranquillità. Ora mi sento libero, importante e responsabilizzato, perché da trequartista posso dettare i ritmi agli attaccanti» disse a quei tempi, confessando anche di ricevere molti consigli preziosi da Kakà, che in quel ruolo di trequartista ci ha sempre giocato. A partire da quelle giovanili del San Paolo nelle quali Simplicio correva anche per lui.

A Roma arriva nell’età della maturità, quella nella quale si dice che un calciatore possa rendere al meglio e dare il massimo di se, sia a livello fisico che mentale. Per Claudio Ranieri può diventare una validissima alternativa ai titolari che ha già in organico o un titolare inamovibile in grado di mettere in crisi chiunque nella corsa ad una delle undici maglie principali. Di sicuro, per come lo conosciamo, Fabio Simplicio è un grande acquisto e presto se ne accorgeranno anche le legioni lupine.