La penna degli Altri 05/05/2010 10:51
Ranieri: "Calcio e non calci"

Ranieri è abbottonato nella giacca bianca della tuta. E usa il silenziatore dopo Lazio-Inter. Giustamente si dedica alla finale di coppa. Strategia concordata con i dirigenti: quello che cera da dire è uscito a caldo e lunedì, meglio non accendere ulteriormente la sfida di questa sera. Tra le rivali del decennio: «Sarà una sfida tra le due protagoniste del calcio italiano. LInter vince da quattro anni lo scudetto, sta facendo benissimo in Champions e sono molto contento di vederla in finale. Noi siamo contenti e orgogliosi di poter affrontare una squadra così in una finale di Coppa Italia.
Abbiamo grande rispetto, ma anche noi giocheremo la nostra partita». Chiarirà più volte che non guarda indietro, se non per elogiare la strada fatta dal suo gruppo sin qui: «Su Lazio-Inter non dirò nulla. Cè la finale, parliamo di quella: per noi rappresenta la fine di un percorso iniziato tra mille difficoltà. Ma la squadra ha saputo reagire, diventando tuttuno col suo pubblico. Roma e Inter, rivali in campionato, si giocano anche la coppa. Non ci sono favorite. LInter è forte, ma la Roma ha dimostrato la sua forza. Ce la giochiamo alla pari e vinca il migliore». La differenza tra i due club è evidente. Già in passato Ranieri sintetizzò come nel calcio «si può vincere anche in un altro modo».
Con le idee e non solo con i milioni di euro della società nerazzurra: «Esistono i cicli. La Roma dopo la vittoria dello scudetto ha rivisto i propri piani, si è scoperta saggia nel cercare i giocatori giusti ai prezzi giusti. Moratti invece è una vita che spende ed è giusto raccolga una parte delle soddisfazioni che merita. Complimenti alla Roma per la politica che è costretta a mettere in atto. Altri sono stati ridimensionati dopo Calciopoli. La Roma è riuscita a restare concentrata e determinata e per questo la mia e lInter sono le squadre che si sono incontrate di più».
Prima della conferenza stampa, lallenamento a Trigoria. E lurlo nel riscaldamento: «Ma a che state a pensà?». Sveglia i giocatori ad inizio lavoro, ma sta attentissimo a a non far sentire troppo la pressione, stile Barcellona nella semifinale di ritorno al Camp Nou: «Sarà una bella partita, punto e basta. Non ho dovuto fare nessun discorso particolare. Pensiamo a noi stessi, non agli altri. E non credo dobbiamo fare la remontada. È una finale, dobbiamo giocare il nostro calcio. Non vedo tensione... Cè la tensione giusta della gara secca. Sappiamo la forza dellInter, è una corazzata, ma le difficoltà ci piacciono». Avverte: «Sono armadi, se la mettiamo sulla rissa perdiamo sicuro». «Non cè più rispetto verso il prossimo» sospira e si riferisce alla violenza del calcio.
A differenza del collega nerazzurro, però, abbassa i toni: «Non cè più rispetto verso il prossimo. Non credo che lInter giudichi la Roma inferiore. I nerazzurri faranno di tutto per vincere, così come noi. Con Mourinho i rapporti sono buoni. Lo stimo. Sta facendo benissimo anche nel campionato italiano e si merita tutti i successi che sta conseguendo». Si ferma al duello di stasera e non va oltre: «Con i giocatori non ho parlato di scudetto, ma di Coppa Italia. Il campionato è un libro messo da parte, ora cerchiamo di giocare al meglio la finale. Per battere lInter dovremo essere compatti e determinati. Il libro-scudetto lo riapro giovedì». Cioè domani.