La penna degli Altri 07/05/2010 12:02
Professione provocatori
Ma soprattutto la Roma ha subito quello stress psicologico che fin troppo spesso s'è rivelato anello debole di entrambe le sponde calcistiche di questa città. Insomma, per dirla alla romana, Mourinho già alla vigilia l'aveva buttata in caciara, rovesciando sulla vigilia un barile di astio e rabbia che aveva covato nei suoi mesi di silenzio: e la Roma ci è cascata con tutte le scarpe. Me se il delirio d'onnipotenza sulla morbidezza delle avversarie della Roma (forse il primo maggio durante Parma-Roma quello al mare era lui...), era passato per lo sfogo di un irresponsabile viste le tensioni della vigilia, quelle di ieri sono molto più che battute.
Sul Siena ultimo avversario in campionato e le connessioni tra il presidente Mezzaroma e la sua nota fede giallorossa, Mourinho è andato pesante. «Se è vero che il loro presidente sarà felice se battono l'Inter e paga lo stesso il premio salvezza - ha detto il portoghese - questa sarà una motivazione in più per i giocatori. E chissà se adesso che la Roma non paga il premio partita per la coppa Italia, sarà più disponibile a dare qualche soldo in più al Siena». Dichiarazioni (Mezzaroma lo liquida ridendo confidando si tratti di una battuta fatta da un uomo di spirito) che confermano la sua voglia di andare sempre oltre, di provocare, alzare la tensione. Che verrà tenuta alta, almeno sul livello di attenzione legale, da parte del club giallorosso che sta valutando l'ipotesi di querelare il portoghese per queste frasi davvero fuori dal mondo. Ma come non erano i romani i provocatori? E tanto per restare in tema, visto che Totti è ormai alla pubblica gogna, c'è da sottolineare come il figliol prodigo abbia preso molto dal padre putativo.
Che Balotelli sia un provocatore non lo dicono i romani, ma la sua storia. Allora, restando fermo l'errore di Totti che ha sbagliato a reagire in quel modo davanti al mondo intero, c'è da fare uno storno di tutto quello che il giovane colored nerazzurro, gli aveva detto durante la gara. «Sei un giocatore finito...» e ancora «sei un romano di m....», insomma anche il fenomeno emergente del calcio italiano ha fatto li suo: come sempre del resto. Precedenti? Un mare, a partire da quel 3-3 a San Siro dopo il quale sbeffeggiò platealmente i tifosi della Roma promettendo un'esultanza particolare alla prima occasione contro i giallorossi. Perché fin quando sono i suoi (Mourinho compreso) a prenderlo a calci nel sedere e tenerlo lontano perché strafottente, irritante e maleducato, va tutto bene: ma se c'è di mezzo Totti apriti cielo. Ieri intanto lungo faccia a faccia tra Totti e il tecnico prima dell'allenamento.
Sintesi del Ranieri-pensiero: resta tranquillo e pensiamo a questo finale di campionato importantissimo. E proprio su Totti e su quello accaduto mercoledì sera all'Olimpico rischiano di incagliarsi i rapporti tra il coordinatore dell'area tecnica Montali e la società. Ieri la proprietà non sembra aver gradito (il capitano ancora meno ovviamente) le dichiarazioni del dirigente sulla reazione di Totti alle provocazioni di Balotelli: «Non è un gesto da Roma» aveva detto prima di correre ai ripari e correggere il tiro con un molto più vago «non è una cosa da questa squadra». Ma aveva anche detto che non verranno presi provvedimenti, mentre dalla società fanno sapere che Totti verrà multato come da regolamento interno: che qualcosa, anche lì si sia incrinato? Però visto che il capitano, uno che in genere è abituato a metterci la faccia, ieri non s'è tirato indietro ed ha ammesso le sue colpe. «È vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che al gol di Parma tutti ti chiamano, passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre». Verissimo e il Giudice Sportivo probabilmente gli darà tre giornate di squalifica. Ma quello non è un amico... Vero Mourinho?