La penna degli Altri 04/05/2010 11:41
Politici in campo: "All'Olimpico una partita farsa"
IL MESSAGGERO - Tutta colpa d
Per contestare le scelte della Lega, ieri sono scesi in campo, con uninterrogazione al Presidente del Consiglio Berlusconi, due senatori del Pd, Roberto Della Seta e Raffaele Ranucci. «In considerazione degli interessi dei network televisivi che intendono massimizzare gli ascolti distribuendo in diversi orari le partite - scrivono - gli incontri delle ultime, decisive, giornate non seguono più il criterio logico della contemporaneità, a discapito della lealtà sportiva. La partita giocata tra Lazio e Inter, con il risultato già acquisito dallAtalanta, ne può essere dimostrazione». La protesta dei politici è bipartisan e coinvolge anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale «è stata scritta una pagina di vergogna. LInter potrà vincere lo scudetto, ma per quello che si è visto allOlimpico, sarà uno scudetto simile a quello ottenuto con le telefonate di Facchetti agli arbitri», aggiungendo che il comportamento dovrà finire sotto la lente di ingrandimento degli organi di vigilanza della Federcalcio.
«Quello che è accaduto a Roma, è un vero e proprio spot contro il calcio, contro lo sport, contro i principi della lealtà sportiva, che sono stati in tutto e per tutto calpestati», è il giudizio del portavoce del Pdl Daniele Capezzone. «Quello che è successo domenica, lo capiscono anche i bambini, è colpa della demenziale decisione di non giocare in contemporanea Lazio-Inter e Atalanta-Bologna», è laccusa del presidente dellAssociazione Calciatori, Sergio Campana. Che aggiunge: «In una fase così delicata della stagione non è possibile fare a meno della contemporaneità delle partite». Una linea che ricalca quella esposta da Gian Paolo Montali, dirigente giallorosso, e sostenuta anche da Beppe Signori, ex bandiera laziale, convinto che «se le due partite fossero state giocate in contemporanea si sarebbero evitate tantissime polemiche».
Di tuttaltro avviso, invece, Maurizio Beretta, presidente della Lega. «E un falso problema», fa sapere. «Perchè non sarebbe cambiato nulla. La lotta alla retrocessione resta ancora aperta». Su cosa sia accaduto domenica sera allOlimpico, il numero uno della Lega preferisce sorvolare: «Può darsi che abbiano avuto un impatto le diverse motivazioni. Non credo si debba pensar male prima che ci siano prove consistenti», dice, ricordando che in Spagna Barcellona e Real Madrid giocano in giorni diversi, ma non succede nulla. «Da noi, invece, una settimana ci sono critiche perché si spostano i calendari, unaltra critiche perché non si spostano. Io penso che dobbiamo guardare avanti».
Che la Lega intenda andare avanti e anche oltre, lo vedremo tra qualche mese, quando con il nuovo campionato ci saranno anticipi al venerdì (per le squadre impegnate il martedì successivo in Champions), al sabato e alla domenica allora di pranzo (12,30). Oltre al posticipo della domenica sera, poi, in cinque occasioni si proporrà il monday night tanto in voga in Inghilterra (dove però non tutta la Premier viene trasmessa in pay per view), ovvero lo spostamento al lunedì sera di una gara di campionato. Non si parlerà più di contemporaneità nelle ultime due giornate, ma ci sarà laccortezza di far giocare in ununica fascia le gare della stessa importanza. Come dire che Atalanta-Bologna e Lazio-Inter si sarebbero giocate allo stesso orario. Meglio tardi che mai.