La penna degli Altri 25/05/2010 11:58

Ora Adriano ha un sorriso da Imperatore

Il calcio l’ha tirato fuori un’altra volta da quella esistenza spericolata e senza regole. Ma la ragione del suo rilancio non è legata sol­tanto a un pallone. Quando ha chiuso il rap­porto con l’Inter, il 24 aprile del 2009, per una settimana si è rifugiato dalla sua gente, dai suoi amici d’infanzia: è andato subito a salu­tare i compagni di Vila Cruzeiro, la favela a nord di Rio de Janeiro. Ha dormito e mangia­to con loro, in quelle case di lamiera. E’ lì che Adriano ha scoperto le energie per rinascere, per guardarsi dentro: aveva bisogno di parla­re e di essere ascoltato, di rileggere la sua sto­ria e di recuperare le sue radici. Aveva la ne­cessità di voltarsi indietro, perché il cuore era rimasto lì. Lontanto dall’Italia, dagli scudetti, dagli applausi, dai successi, dai gol d’autore.

Quell’abbraccio l’ha aiutato a imprimere una svolta interiore: è stato il passaggio deci­sivo, la terapia d’urto più importante. Adria­no ha trovato, a Vila Cruzeiro, la ricchezza che gli mancava: quell’affetto vero che troppe vol­te aveva cercato a Milano, perché aveva biso­gno di essere trattato da amico e non da cal­ciatore famoso. Nella favela in cui era cresciu­to, specchiandosi negli occhi di chi aveva tra­scorso l’infanzia al suo fianco, ha creato la ba­se per ripartire, per dimostrare a se stesso che nella vita ci si può sempre rialzare, anche quando i problemi sembrano un’onda spaven­tosa.

Adriano, adesso, è convinto di potersi ri­prendere un ruolo di spicco nel calcio italia­no: vuole tornare l’Imperatore, quel centra­vanti dalla potenza straripante e dal sinistro micidiale. Proprio un anno fa, il 6 maggio del 2009, ha firmato il suo contratto con il Fla­mengo. Una sfida affascinante e complicata: un anno per mettersi alla prova, per assumer­si quelle responsabilità che aveva rifiutato nell’ultimo periodo trascorso all’Inter, per re­cuperare la voglia di divertirsi e di giocare con allegria.

Dentro o fuori: Adriano si è rimesso in di­scussione, accettando un percorso faticoso per guadagnarsi una nuova credibilità come ragazzo e come calciatore. E nel Flamengo, dopo un avvio agitato, con qualche assenza in­giustificata al campo di allenamento e qualche litigio con il presidente Kleber Leite (ora so­stituito da Patricia Amorim), il centravanti ha ricominciato a dominare la scena come desi­deravano i suoi amici più fidati e sinceri. Ma come sognavano anche le persone che a Mila­no, nell’Inter, gli avevano sempre dimostrato maggiore comprensione, a cominciare da Massimo Moratti.

Adriano ha debuttato nel “Brasileirao” il 31 maggio del 2009 segnando subito un gol di te­sta contro l’Atletico Paranaense. La sua cre­scita è stata costante: splendida la tripletta al­l’Internacional di Porto Alegre. Più avanti è stato decisivo contro il Corinthians e ha tra­scinato la squadra di Andrade, ex mediano della Roma di Dino Viola e Nils Liedholm, an­che con le doppiette allo Sport Recife e alla Fluminense.

Finalmente protagonista, come nel periodo d’oro. Adriano, il 6 dicembre del 2009, ha re­galato al Flamengo uno scudetto che la socie­tà rossonera inseguiva da diciassette anni, dal 1992. E ha chiuso il campionato vincendo an­che la classifica dei cannonieri con Diego Tar­delli dell’Atletico Mineiro: trenta presenze e diciannove reti per Adriano, che ora si prepa­ra a firmare con la Roma.