La penna degli Altri 25/05/2010 12:41

«Non sono ultras, ma anche io dico no»

Purtroppo in un periodo dove dovremmo goderci solamente la nostra squadra, ci sta per accadere la cosa più brutta che un TIFOSO potesse ricevere… La tessera del tifoso…

Ce la stanno facendo passare come uno strumento che combatterà la violenza, allora mi chiedo: perché per -Milan la partita si è disputata a porte chiuse? I tifosi del Milan hanno la tessera del tifoso… questa non dovrebbe garantire la sicurezza negli stadi? Perché? Perchè? Perché? Entrambi sappiamo che questa tessera servirà solo ad arricchire i potenti del calcio con accordi commerciali tra la banca che sponsorizzerà questa CARTA DI CREDITO, e non per agevolare il tifoso, tutte questi leggi che sono state fatte, biglietti nominali, tornelli, trasferte vietate a cosa sono servite? A nulla…

Le scrivo proprio ora, perché per l’ultima volta ho preso il mio abbonamento dal cassetto, vicino la sciarpa di sempre, per l’ultima volta se non cambieranno le cose, mi recherò allo stadio da abbonato della Roma, oggi per me è un giorno triste, ma non mi piegherò mai a questa volontà… Le ripeto non sono un ultras, anche se il mio modo di pensare mi rende più vicino a loro che ad altri tifosi della Roma, ma un semplice innamorato di un calcio che ci stanno togliendo, fatto di partite in 3D al cinema e di cartelloni luminosi a bordo campo che non ti permettono di seguire la partita, ma preferisco rinunciare ad abbonarmi alla mia più grande passione di vita, che farmi strumentalizzare e cedere ai ricatti dei potenti. So che non saremo in molti a pensarla così, forse in 10, in 100 o forse 1000, ma le chiedo, visto che questo è il quotidiano di TUTTI I TIFOSI DELLA ROMA, di dar risalto a questa ingiustizia, perché il prossimo anno, per la prima volta in oltre 100 anni di storia di calcio, ci si potrà abbonare solo facendo questa carta di credito…

Dia risalto ora a questa ingiustizia e alla presa di posizione di persone che come me, vogliono combattere questa tessera, perché si rischia così, che per Roma della stagione 2011-2012 ci siano solo 20 mila spettatori allo stadio,e che invece dei cori incessanti della curva per sostenere la propria squadra , ci sia un imbarazzante SILENZIO.

Voglio precisare che della società, delle radio, delle varie diatribe del giornalismo romano, non mi frega nulla… A me interessa solamente dar voce a questa ingiustizia che stanno facendo ai tifosi della Roma... perché per molti oggi sarà un giorno triste, il più triste calcisticamente, più di uno scudetto perso o di una coppa sfumata… è il nostro ultimo giorno da abbonato.

Chicco Caro Chicco, Ho il doppio dei tuoi anni, ma sono anch’io un tifoso della Roma, abbonato alla Tevere da tempo immemorabile. Credo di capirti. Anch’io, proprio alla fine di un campionato indimenticabile come questo, mi chiedo se rinnovare o no l’abbonamento. E proprio per via della tessera del tifoso. Di questa tessera non condivido, prima di tutto, la filosofia. Leggo sul sito dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del ministero degli Interni che si tratta di «uno strumento di “fidelizzazione” adottato dalla società di calcio» con «l’obiettivo di creare la categoria dei “tifosi ufficiali” ».

Secondo me, le società, nel nostro caso la Roma, più che adottarlo lo subiscono. Ma non è questo il punto. Esattamente come te, caro Chicco, sono fedele, fedelissimo alla Roma, nella buona come nella cattiva sorte. Ma non voglio essere “fidelizzato” d’imperio a nessuno, tanto meno dal ministero degli Interni: neanche tu, mi sembra di capire. Esattamente come te, caro Chicco, sono un tifoso della Roma. Ma senza aggettivi: non voglio essere un “tifoso ufficiale” di chicchessia. Perché mai, per sottoscrivere un abbonamento, devo richiedere, e ottenere, la cosiddetta Privilege Card?

Tu parli, come molti sul Web, degli interessi economici che sono dietro a questa e ad altre analoghe operazioni. E’ probabile che abbia ragione: di queste e altre questioni, mi dice il direttore, il Romanista si occuperà approfonditamente nelle prossime settimane. Ma intanto mi preme sottolineare che in uno Stato di diritto, quale mi ostino a credere sia l’Italia, è inammissibile la sola idea che, a differenza di tutti gli altri, ad alcuni cittadini sia richiesto, per accedere a un bene che sta sul mercato, di sottoporsi a una schedatura preventiva (perché di questo si tratta). Mi spiego. A me per esempio piace moltissimo il cinema (ma potrei anche dire il teatro, o la pizza, o quello che ti pare). E al cinema vado liberamente, pagando il biglietto o eventualmente sottoscrivendo un abbonamento, se mi va e quando mi va, a Roma e fuori Roma.

Senza che, per farlo, mi sia fatto obbligo di iscrivermi a una lista “ufficiale” di cinefili: se danneggio il locale, o faccio a cazzotti con gli altri spettatori, ovviamente mi perseguono, se no me ne torno a casa tranquillo, punto e basta. Per il calcio questa ovvietà (un’ovvietà che a parecchio da spartire con la democrazia) non vale. Niente tessera del tifoso, niente tessera dello stadio di casa, niente trasferte. So benissimo, caro Chicco, e sono certo che lo sai anche tu, che bisogna contrastare con la dovuta efficacia un teppismo e una violenza organizzata ovviamente più diffusa negli stadi, e attorno agli stadi che nei cineforum o nelle pizzerie. Vero. E non voglio nascondermi dietro un dito: so benissimo che, quando si fa, come credo sia giusto fare, dell’onesto garantismo, c’è sempre chi cerca di approfittarne per continuare, indisturbato, a comportarsi da teppista, o peggio. La condanna della violenza (di tutte le violenze, non solo di quelle degli ultras) deve essere piena e risoluta, l’impegno per debellarla pure.

Ma è anche vero, credo, che non si possono comminare, come il dispositivo della tessera del tifoso lascia sospettare, diffide a vita. Ed è pure vero, come tu ricordi, che la tessera del tifoso, già in vigore per i sostenitori milanisti, non ha impedito che -Milan si giocasse a porte chiuse per motivi d’ordine pubblico. Soprattutto, insisto, non è accettabile che, in nome di esigenze anche legittime, alcuni cittadini italiani siano, quanto a diritti e doveri, un po’ meno cittadini italiani degli altri, nella presunzione (a guardar bene la stessa ostentata dalla Moratti a proposito degli immigrati clandestini) che, quasi per costituzione, più degli altri siano inclini a delinquere. Parliamo di un pericolo, caro Chicco, che riguarda quelli come noi, gente di stadio che non vuole trasformarsi in coreografia di uno spettacolo televisivo. Ma potrebbe riguardare anche altri.

Quando vengono in forse i diritti di qualcuno (sempre in nome di una qualche ineludibile emergenza, è chiaro) si sa da dove si comincia, non dove si finisce. Ciao Chicco. E forza Roma.