La penna degli Altri 05/05/2010 10:54

Nemici per la pelle

Ma è soltanto l’inizio. Poteva sorvolare sul fatto che si giochi a Roma? «Non succede in nessun Paese che una squadra si giochi in casa la finale di una Coppa». E ai tifosi della Roma che gli promettono una notte insonne, replica: «Se vorranno tenerci svegli non sarà un problema, è successo anche a . Così come se qualcuno della Roma si dovesse buttare in campo, non sarebbe un problema, siamo pronti anche a questo».

In realtà uno dei giocatori che quest’anno si è buttato in campo è stato , per uno zigomo fratturato. Ma questa è la specialità di Mourinho, entrare a gamba tesa, palla o piede: qualche volta si commette fallo. Ma gli si perdona molto (non tutto) quando dimostra di aver studiato la storia. E, a chi gli ricorda che si gioca il 5 maggio, giorno in cui nel 2002 l’Inter fu sconfitta dalla Lazio all’Olimpico lasciando lo scudetto alla , lo Specialino fa: «Il 5 maggio? Lo ricordo per la morte di Napoleone».



Insomma, il solito cabaret alla vigilia di una partita che, però, vuol dire molto anche per l’Inter. Perché la Roma ha la grande occasione di centrare la decima coppa Italia, di allungare il faccia a faccia con l’Inter, di prendersi una dignitosa rivincita su una squadra che ne ha mortificato la rimonta. Ma l’Inter, come dice Mourinho è a pochi metri dalla terra promessa: «Se vinciamo tre titoli è un traguardo storico».

E, tutto sommato, agli occhi di Mou davanti al sogno c’è soltanto un moschino, quella Roma che è a soli due punti di distanza in campionato perché «ha approfittato del periodo che mi ha fatto smettere di andare in conferenza stampa», dice per chiarire che l’Inter è stata vittima d’una congiura. ma, riprendendo le sue parole alla vigilia della battaglia di , sembra che stavolta l’ossessione sia per l’Inter e il sogno per la Roma che, mentre l’Inter dava il fritto in , «se ne stava al sole». A parole è già sul 2-0.