La penna degli Altri 04/05/2010 12:21

La denuncia di Lotito «Minacciato di morte»



DERBY - Lotito se l’è presa con tutti, ha replicato alle accuse di scarso impegno dei giocatori della Lazio respingendo i sospetti e denunciando il clima di inti­midazione precedente alla partita. «La polemica che è seguita all'incontro di calcio Lazio-Inter costituisce occasio­ne per riprendere alcuni temi sui quali la Lazio, ed il suo Presidente, si sono costantemente impegnati in questi an­ni. Abbiamo più volte ribadito la neces­sità che l'antagonismo sportivo rima­nesse nei confini della dialettica civile, senza mai debordare in violenza verba­le o fisica e senza offendere la dignità dell'avversario: invece abbiamo assisti­to a manifestazioni, specie in occasione dell'ultimo derby, che hanno profonda­mente ferito la tifoseria laziale e che hanno generato un clima di istigazione alla violenza che si è protratto per tut­ta la settimana» .



MINACCE - Lotito ha puntato l’indice sulla comunicazione. Ha svelato l’epi­sodio del proiettile: «A tali manifesta­zioni si è accompagnata la cassa di ri­sonanza della stampa e delle radio lo­cali; ci si è poi lasciati andare a vere e proprie minacce fisiche sia ai calciato­ri che al Presidente ed ai dirigenti del­la Lazio, creando un clima di tensione che ha profondamente danneggiato l'immagine dello sport nella capitale e nel paese. La Lazio ed il suo Presiden­te ne sono stati vittime destinate: si è arrivati alla minaccia di morte (se non battete l'Inter siete finiti) inviata per po­sta, accompagnata da proiettile di gros­so calibro, ma non per questo la batta­glia contro un tal modo di intendere l'antagonismo sportivo è stata abban­donata. Stupisce, invece, che l'insulto e l'istigazione siano diventati bagaglio espressivo di dirigenti di altre società; riteniamo che il ruolo rivestito nel mon­do del calcio debba costituire, sempre e comunque, un freno alla passione di parte e debba sempre prevalere, nel di­rigente responsabile, il senso dell'istitu­zione e dell'esempio che le sue parole danno alla gente» .



LEALTA’ - Lotito ha respinto lezioni di moralità, replicando ai politici. «A chi tale responsabilità non ha avvertito, di­ciamo che la Lazio ed i suoi tifosi non accettano insulti, palesi o insinuati; che la sportività e lealtà della Lazio e dei suoi giocatori non può essere messa in dubbio da nessuno; che chi ha alimen­tato la tensione con comportamenti an­tisportivi e violenti non ha alcuna veste per impartire giudizi o lezioni di sporti­vità. A certi rappresentanti della classe politica che, dopo il degenerare delle polemiche, sono intervenuti con dichia­razioni pubbliche, la Lazio ricorda che la contesa sportiva non vuole invasioni di campo, da qualunque parte proven­gano; piuttosto la politica dovrebbe dar­si carico di intervenire sugli aspetti col­laterali allo sport, dando alle società gli strumenti giuridici per garantire l'ordi­ne a chi assiste alle partite, alle forze dell'ordine la possibilità di controllare i violenti ed isolarli, al giudice il potere di rendere effettivo il suo intervento dis­suasivo nei confronti di chi va allo sta­dio solo per creare disordine».



SCUSE - Lotito ha avvertito pressioni e responsabilità che ritiene la sua squa­dra non avesse. «La Lazio non deve chiedere scusa a nessuno; deve piutto­sto ricevere le scuse da parte di chi, ignorando le proprie responsabilità, ha lanciato sugli altri colpe inesistenti».