La penna degli Altri 29/05/2010 10:52
Lagente di Isla «Martedì parlerò con Pradé»
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convinto che presto lo farà».
Roma, in questo senso, sarebbe la piazza ideale: «Lui verrebbe di corsa - conferma Rodriguez - È una squadra che giocherà la Champions League e che ha dimostrato di dar filo da torcere all Inter fino allultimo. Ora è prematuro parlarne, ne sapremo di più dopo i Mondiali». La valutazione di mercato del cileno supera i 7 milioni di euro e trattare con la famiglia Pozzo, come si sa, non è mai semplicissimo. Specie se si tratta di uno dei talenti più vivi del campionato italiano. Classe 1988, dopo le grandi prestazioni del Mondiale Under 20, sembrava a un passo dal Porto. Decisivo invece, fu un blitz in aeroporto dei dirigenti dellUdinese che, con loccasione, si assicurarono anche Sanchez. Daltronde, un articolo della Gazzetta dello sport del 2 luglio 2007 parlava chiaro: «Fisico compatto, ma puntualità estrema in chiusura e doti tecniche non abituali per un difensore, ancora è in Cile. Gli scout corrano a informarsi».
Nativo di Buín, ha iniziato la carriera nellUniversidad Catolica, grazie al suo scopritore Alfonso Garcés. Giocava da centravanti, poi fu retrocesso in difesa per il fisico. Non legò col tecnico della prima squadra, Josè Guillermo del Solar, che non lo fece esordire in prima squadra: «Con lui ho litigato dichiarò Isla allepoca - così ho potuto concentrarmi solo sulla Nazionale». Scelta saggia, così come quella di giocare sempre con avversari più grandi di lui «perché si impara più in fretta». Appena arrivato a Udine, raccontò così i suoi esordi: «Sono diventato centrocampista perché il mio allenatore in Cile, Josè Sulanty, diceva che mi avrebbe sostituito se non avessi superato almeno tre volte la metà campo durante la partita. Iniziai a segnare qualche gol e poi sono stato spostato qualche metro più avanti». I suoi modelli sono «Banega e Carvalho», mentre il suo sogno era giocare in Europa «per portare con me mia nonna Maria. Mi è sempre stata vicino quando trascorrevo nottate intere a studiare. Per non parlare del mio professore di matematica che ha sempre creduto in me. Lunico di cui non vorrei parlare è mio padre, credo proprio che mi odi».
Di una persona, invece, Isla ha sempre parlato: David Pizarro. I due si conoscono e si sono sentiti anche in occasione del terremoto in Cile, per organizzare iniziative di solidarietà. Mauricio ha sempre avuto come idolo come il Pek: «Sì - ha confermato anche di recente - il mio sogno era di essere come lui. Adesso gioco qualche metro più indietro, grazie a Marino, ma David è sempre il mio modello». Giocarci insieme sarebbe il massimo. In quello stadio e per quella tifoseria, poi, che già lo adora dopo che il 15 maggio, in occasione di Lazio-Udinese, ha lasciato lo stadio, dopo unespulsione, facendo il pollice verso. Come Totti. Un altro suo mito con cui presto potrebbe ritrovarsi a giocare.