La penna degli Altri 05/05/2010 12:06

I giovani davanti alla disillusione



Già un’ombra, su quell’entusiasmo che dovrebbe essere allo Zenith, se non altro per questioni di gioventù. E che gli dico? Che non si può mai dire, che le partite vanno giocate? Che la palla è rotonda? Sai le risate, inconsapevolmente già amare, ma ancora non lo sanno; sanno il mondo, troppi adulti gliel’hanno illustrato al

peggio delle loro possibilità
; non sanno però il danno, cento volte più grave rispetto alla disillusione che provano, che questo innesto prematuro di mentalità causerà alla loro crescita, a quelli che dovrebbero essere i loro entusiasmi, i loro sogni che hanno il diritto di essere smodati, le aspirazioni ad un domani perfetto.



Quello che noi sulla soglia dei quaranta riuscivamo a ricreare ad ogni estate da Corriere Dello Sport e scudetto vinto ad agosto, quando anche Bonacina era il futuro Campione D’Italia. Non che non avessimo avuto già i nostri Bergamo e Perissinotto, non è questo: è che allora la realtà sfrondava qualche ramo del nostro entusiasmo, non lo minava alla radice, non causava la stortura della pianta in dal suo germogliare.



Ecco perché fanno bene, sempre più numerosi, ad entusiasmarsi per i loro , Manchester, Bayern o , che Sky gli recapita dentro casa e che per noi erano soltanto la pronuncia storpiata da Giampiero Galeazzi nei resoconti sonnambuli del mercoledì di coppa, quando gli ultimi risultati arrivavano a mezzanotte.

Nei miti delle maglie straniere, nelle tute colorate dei club che eleggono a divisa quotidiana, ritrovano il gusto della sfida e il gioco delle forze, dei valori, dei finali incerti e delle sorprese. Hanno solo tredici anni ma hanno capito che da noi non vale la pena crederci più di tanto, tanto prima o poi c’è sempre un Lazio-Inter a svegliarti dal sogno.