La penna degli Altri 07/05/2010 10:26

"Ho sbagliato, con me solo amici veri" Nessuno tocchi più il nostro Capitano!

a parlare Francesco , il giorno dopo l’episodio che lo ha visto protagonista mercoledì sera con Balotelli. A caldo Francesco aveva giustificato il suo gesto dicendo che il giocatore nerazzurro «che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita» lo aveva provocato e aveva «infangato una à ed un intero popolo».

Quella di ieri è stata un’assunzione di responsabilità, non delle vere e proprie scuse a Balotelli. L’espulsione del capitano giallorosso ha scatenato una vera e propria tempesta mediatica. Ieri in tanti, addetti ai lavori e non, sportivi e politici, si sono sentiti in dovere di dare il proprio parere (molto spesso non richiesto) sull’episodio. Anzi, il piede del capitano non era ancora arrivato sulle gambe di Mario Balotelli, che già era partita la pubblica gogna per il capitano giallorosso.

Non hanno perso tempo, i soliti benpensanti, a condannare il "bullo di periferia",  il "coatto romano", senza pensare invece troppo al coatto milanese che ha il numero 45 sulle spalle nerazzurre (ma anche il rossonero gli dona, ce lo ha fatto vedere proprio lui) e che è preso a calci nel sedere dai suoi stessi compagni di squadra. Si sono sbrigati, soprattutto a certe latitudini, a ritirare fuori tutti gli episodi incriminati che hanno visto protagonista il capitano giallorosso: da Poulsen a Colonnese passando per Keown, che poi si sono dimostrati nel corso delle loro modeste carriere dei provocatori belli e buoni. Come Mario Balotelli, che a Milano è mal sopportato da tutti e che si fa riconoscere su tutti i campi d’Italia e d’Europa. 

Non ha certo bisogno di avvocati d’ufficio, , anche perché per lui parlano la sua carriera e le sue azioni dentro e fuori dal campo. Intorno a lui però si è stretta tutta la squadra. I suoi compagni, da Toni a , fino a Pizarro, lo hanno difeso già mercoledì sera, ma anche i giocatori dell’Inter (che con Balotelli hanno a che fare tutta la settimana) negli spogliatoi a fine partita

gli hanno stretto la mano perché hanno capito che la sua è stata la follia di un attimo e non un comportamento sistematico. Lui ha già reagito, è carico e pronto a dimostrare già da domenica pomeriggio col Cagliari che vuole far parlare di sé solo per le sue giocate e i suoi gol. Come ha sempre fatto.