La penna degli Altri 10/05/2010 11:40

Fino all'ultimo

La Roma, insomma, è proprio squadra-rompiscatole: darà fastido almeno per un’altra settimana all’Inter. E a chi promuove e benedice ogni respiro e qualsiasi giocata della superpotenza di Moratti che avrebbe dovuto vincere lo scudetto con largo anticipo e che invece è lì, vicinissima al traguardo, senza avere però ancora la possibilità di urlare tutta la sua gioia. Eccolo il vero merito di Ranieri: aver prolungato sino all’ultima trasferta, domenica a Verona, il sogno dei tifosi giallorossi che ancora ci credono, nonostante il ritardo in classifica. Con il vantaggio sui nerazzurri negli scontri diretti, fondamentale sarà superare pure il Chievo, per non aver rimpianti. Nel pomeriggio dei saluti, finalmente il sole e la festa, dopo giorni di pioggia. E di veleni.

Quelli che lasciamo a chi, già nel corso di Roma-Cagliari, prova a paragonare la gara dell’Olimpico alla sfida a senso e tifo unico di due domeniche fa, cioè a Lazio-Inter, match che in Europa hanno giudicato nel modo giusto e non come in Italia. E se anche fosse, perché Mourinho può approfittare della generosità altrui e Ranieri non dovrebbe? C’è pure chi ci racconterà più l’astio per Balotelli, solo un coro della Sud contro l’interista (e a fine partita nel senso che nessuno se l’è filato), o l’arrendevolezza del Cagliari che non ha più obiettivi (come il Chievo) e che quindi sta in campo solo perché glielo impone il calendario. Il vantaggio della squadra di Melis, punizione di Lazzari al ventisettesimo della ripresa, rovina il copione già confezionato. Va sensibilmente aggiustato. Anche perché poi c’è il salvataggio di Burdisso, con il corpo, sul contropiede improvviso di Nenè sull’1 a 1: non aiuta a sostenere fino in fondo la tesi di incontro in discesa per i giallorossi.

Il mirino, in ogni caso, è sul campione di casa: scusate, dovere di cronaca. Centomila occhi su ; per gli altri, senza offesa, poco o niente. Errori, balletti e teatrini se ne vedono tanti e qui meno che da altre parti. Forte e spontaneo l’abbraccio di cinquantamila tifosi al capitano tornato in campo dopo il calcione a Balotelli nel finale di Inter-Roma di coppa. Perché l’amore della gente, tanti spettatori in tribuna con la maglia numero 10, viene prima di ogni altro episodio di una partita emozionante solo negli ultimi venti minuti, con l’ennesima rimonta giallorossa.

I tifosi per un giorno si sono vestiti da : scelta di vita e di appartenenza. Meglio con lui che con chiunque l’altro; più bello, sicuramente, di tanti sgorbi del nostro calcio. Il pubblico al fianco del capitano e della Roma, mettendo quasi in secondo piano il risultato, a parte il boato per il vantaggio del Chievo nel primo tempo, breve illusione di una giornata che comunque non sarebbe stata l’ultima di questa stagione. stavolta di calci ne piazza due e come meglio sa fare. Due destri, uno in diagonale al trentaquattresimo e uno su rigore al trentottesimo, per ribaltare il risultato in quattro minuti a fine ripresa e tenere la Roma ancora in scia dell’Inter. I suoi numeri sono, quelli sì, gesti che restano: 14 reti in campionato e 25 stagionali, 192 in serie A e 245 in assoluto. Ha voglia e si vede subito. Apre la prima parte, a una porta, con un palo centrato al quinto, sempre con il , da fuori su tocco di Perrotta; prova a far segnare Toni, tra i più stanchi, e Menez, vivace e spettacolare. Regala pennellate d’autore per metà tempo, chiuso poi da un altro palo giallorosso colpito da Motta. Marchetti è bravo, ma nella ripresa sarà meglio Lupatelli, subito pronto su Menez e .

Il capitano, deviando un sinistro di Riise, vede il pallone sbattere contro la traversa. La Roma non segna, l’Olimpico è sereno, lasciando pioggia e sospetti a San Siro dove già assaporano il quinto tricolore di fila. Bergonzi, dopo non aver fischiato un rigore nel primo tempo ai giallorossi per doppia mano di Canini sdraiato davanti a , ne nega uno al Cagliari, fallo di Juan su . Nella stessa azione Jeda appoggia fuori quando è più facile mettere dentro. Squillano i telefoni, dopo i replay: urla per lo scandalo. Melis toglie Jeda e mette Lazzari che però segna. Romanzo da riscrivere, togliendo profumi e sapori: pure perché si sentono tifosi che esultano e, non ci crederete, sono del Cagliari. Ranieri, sostituito Toni con Taddei dopo un’ora, fa entrare pure Cerci, fuori Motta, e in difesa va il brasiliano.

, facendo peggio di Jeda, a porta vuota alza sopra la traversa. Che sta succedendo? Il campionato è all’epilogo e sono d’accordo tutti, anche il capitano? Intanto, però, pareggia, incrociando di . Sul cross di Riise, poi, Biondini ci mette il braccio. Rigore e bis del capitano. Che poi chiama in campo i bambini della Roma, i piccoli suoi e dei compagni. Resta lì almeno un’altra mezz’ora, nel pomeriggio più lungo. A guardare la gente che lo vuole qui pure l’anno prossimo, a pensare al suo futuro. Presto sapremo.