La penna degli Altri 15/05/2010 14:02

De Rossi: «Bravi ma sfortunati»

RAGIONI Per comprendere le ragioni del flop, l’analisi deve tenere conto di entrambe le partite degli ottavi, dal momento che decisivo si è rivelato il 2-0 di Verona. «Abbiamo visto e rivisto la partita d’andata – spiega il tecnico -. Forse si finisce per risultare patetici a parlare di fortuna e sfortuna, però bisogna anche riconoscere
che il loro strapotere fisico non ci ha permesso di sviluppare il nostro gioco. Sono stati bravi a pressarci a tutto campo e questo ci ha impedito di ripartire per tutto il primo tempo. Poi l’autogol negli ultimi secondi prima dell’intervallo ci ha un po’ buttato giù dal punto di vista psicologico. Nella ripresa è andata meglio, anche perché loro erano stanchi di tutto quel pressing, ma abbiamo incassato il raddoppio nel nostro momento migliore, fra l’altro al termine di un’azione viziata da un evidente fallo su Malomo. Poi c’è stata l’espulsione. Non è mai giusto appellarsi agli episodi, però stavolta non si può negare che abbiano inciso». L’impressione è che il risultato dell’andata abbia condizionato non tanto l’esito del doppio confronto, quanto l’approccio al match di ritorno: «Non credo che la qualificazione fosse già compromessa dopo la gara di Verona, però certo ha inciso sul modo di affrontare la partita di ieri (giovedì, ndr). Non si può negare che abbiamo giocato la seconda sfida in relazione alla prima, specialmente sotto il profilo mentale. Già l’undici di partenza testimoniava che volevamo vincere, anche se sapevamo che un attaccante in più ci avrebbe fatto soffrire a centrocampo. Siamo partiti bene, abbiamo avuto le nostre occasioni, ma ci voleva un pizzico di fortuna in più. C’è anche da dire che il Chievo ha fatto una grande partita in fase difensiva, dove può contare su giocatori fisicamente molto strutturati. Anche loro hanno avuto tre belle ripartenze nel primo tempo, ma la vera batosta per noi è stato il gol subito nello stesso momento della gara rispetto all’andata».
 
FINO ALLA FINE Nonostante la botta, però, la Roma nella ripresa non ha affatto alzato bandiera bianca. «I ragazzi sono stati bravissimi a fare esattamente quello che ci eravamo detti fra un tempo e l’altro. Hanno continuato a giocare e si sono impegnati fino alla fine. Sono contento di come si sono comportati nel secondo tempo. Succede a volte che dopo una batosta così poi si torni in campo e si giochi una
ripresa incolore e invece i ragazzi hanno combattuto fino alla fine, hanno cercato di vincere e sono usciti a testa alta». Paradossalmente, la Roma ha chiuso il campionato con l’imbattibilità casalinga: «Per questo mi è dispiaciuto per il rigore sbagliato. Non tanto per l’errore in sé, quanto per il modo». Al termine della partita, sui volti della squadra si leggeva una delusione autentica. Da Antei a Citro a , le facce dei ragazzi la dicevano lunga su quanto il gruppo fosse amareggiato. «Erano molto delusi – conferma - Avevamo
preparato benissimo questa sfida e i ragazzi ci credevano anche dopo la mazzata dell’andata».
 
SFORTUNA Fra Coppa Italia, Viareggio e playoff, non è stata una stagione fortunata: «In Coppa ci è stato fatale quel gol preso all’andata sugli sviluppi di una rimessa laterale. Al Viareggio, siamo usciti ai rigori dopo aver giocato una grande partita contro una squadra come l’Empoli. Però quello che interessa a noi è la crescita della squadra, del gruppo. Da questo punto di vista, posso dire senz’altro che il programma della Roma è stato rispettato e completato. Basta guardare i nostri cinque giocatori che quest’anno hanno giocato in serie B.. D’altra parte, i valori di questa squadra non sono mai stati in discussione, come conferma la presenza di tanti giallorossi nelle varie Nazionali giovanili». Forse proprio per questo, l’amaro in bocca resta.