La penna degli Altri 18/05/2010 13:33

De Rossi boccia Materazzi

Nessuno aveva tirato in ballo Materazzi, che bisogno c’era? Vedo quel gesto come una ruf­fianata verso i suoi tifosi. Vivo a Roma, una à dove lo sfottò è la cosa più importante. Ma resta qualcosa da tifosi. Per questo rin­grazio di essere rimasto a Mi­lano, altrimenti stamattina (ieri, ndr) avrei trovato i tifo­si della Lazio sotto casa mia».

Sistemato Materazzi, De Ros­si non pretende scuse per lo striscione contro : «Si po­teva anche evitare. Ma non è morto nessuno, quindi le scu­se non sono necessarie. Credo però che non ci sia bisogno di queste cose: è già molto bello festeggiare lo scudetto con i propri tifosi. Ma la maggior parte dei calciatori è fatta co­sì. E gli autori di questo gesto non si sono smentiti. Eviden­temente a loro è rimasto solo quello da fare: ma ognuno ha il suo stile e va bene così. Purtroppo questo è lo specchio dell’Italia e della nostra politi­ca, dove c’è chi (il ministro La Russa, ndr) si permette di pretendere le scuse del Siena, per aver cercato di vincere e perché i suoi giocatori si sono comportati da professioni­sti ».

RICONOSCIMENTI – Se, forse, qualche interi­sta ha dimostrato di non saper vincere, , invece, ha fatto vedere come si possa perdere con classe. «Lo scudetto lo avrebbe meritato anche la Roma, ma non si può dire che l’Inter non l’abbia meritato. La verità è che i nerazzurri hanno lasciato qualche pun­to per strada per andare avanti in Europa. Ora mi aspetto che vincano anche la Cham­pions, perché sono più forti del Bayern. E’ vero che in una partita secca non si può mai dire e io non voglio fare l’uccello del malau­gurio, ma i valori in campo per me sono chia­ri » . Esaurito l’argomento Inter, non resta che celebrare l’annata giallorossa. «C’è ramma­rico perché la differenza è quella che passa tra un pareggio in più e una vittoria in meno. Oggi brucia, ma poi questa stagione resterà un vanto. Se fossimo arrivati secondi o terzi, con 5 o 6 punti di distacco, adesso saremmo tutti felici. Il grande rimpianto? Forse la ga­ra con la Sampdoria, perché è l’unica che non abbiamo vinto tra le ultime. Ma in un campionato di 38 partite ce ne può essere una sfortunata. Il match da ricordare? Quel­lo con l’Inter, perché, oltre a vincere, abbia­mo anche giocato bene. Ricorderemo anche i successi nei derby, ma in quelle occasioni non ci siamo espressi al massimo. Citazio­ni particolari? Per Burdisso e Pizarro».

FUTURO – Ora che il campio­nato è terminato, l’importan­te è che diventi la base da cui ripartire l’anno prossimo. «Provo a non pensare che possa essere stata l’ultima oc­casione – confessa ­. è avvantaggiato perché lo scudetto l’ha già vinto, mentre io sono ancora al pa­lo. Ma se continuiamo a lavo­rare così prima o poi un tri­colore lo vinceremo» . Una certezza è rappresentata da Claudio Ranieri: «A livello di risultati il suo apporto è stato incredibile. Ma anche all’in­terno dello spogliatoio è stato importantissi­mo perché è riuscito a tirare fuori le nostre qualità» . Per il futuro, infine, «si deve ripar­tire da questi giocatori. Compreso Toni, che è stato uno degli artefici della cavalcata. E, se qualcuno dovesse andare via, verrà rim­piazzato con qualcun altro all’altezza, come la società, in base alle proprie possibilità, ha sempre fatto».

Per raggiungere l’eccellenza europea, invece, occorrerà ancora tempo: «Non abbiamo ancora la mentalità giusta. Ci manca una rosa di 30 giocatori di un deter­minato livello. In un campionato italiano co­sì equilibrato non è facile emergere anche a livello internazionale».