La penna degli Altri 15/05/2010 14:04
Davide, 35 anni, parte ogni domenica da Sapri: "Sono malato di Roma e ci credo sempre"
si godersi il weekend. Pantofole, televisione, divertimenti rilassanti, cibo e buon vino. Esiste, però, quella
ridotta schiera di persone che non hanno paura di godersi le proprie emozioni, di viverle nella giusta intensità
e di dar sfogo ai propri istinti. Davide è un ragazzo di trentacinque anni, nato a Monterotondo che, da cinque, vive a Sapri, quasi al confine fra Campania e Calabria. Il lavoro lo porta a viaggiare tantissimo visto che i suoi clienti sono sparsi quasi tutti nel Sud della Penisola. La macchina, una bella monovolume color bordeaux,
sembra quasi una seconda casa. Scarpe, libri, cuscino, cd, computer portatile. Stare molte ore in giro
non è mai semplice. Quando gli impegni lo consentono, chiude baracca e burattini e si va a vedere «lunico
vero e grande amore: la Roma». Cera allOlimpico con lInter, in campionato. In coppa Italia. Persino la scorsa estate aveva preso una settimana di ferie per andare a Riscone di Brunico per divertirsi durante il ritiro estivo. La sua non è una semplice passione ma una vera malattia. Andare a Verona e sperare di veder realizzato il sogno è un qualcosa di ovvio: «Non potevo mancare alla sfida più importante dellanno. Non mi interessa farmi centinaia di chilometri, la Magica è lunica fidanzata che non manderei da sola neppure in chiesa».
I momenti belli si contano sulle dita di una mano, ma non importa bisogna crederci sempre: «Per fortuna
non ho mai perso la fiducia. Alle batoste siamo abituati e, nonostante questo, non smettiamo di credere in lei. La Roma è un sogno che ti fa svegliare in piena notte e ti fa sorridere come un pazzo». I suoi amici di sempre vivono sparsi nella Capitale e, ogni volta che si telefonano, le prime parole sono: "Allora, che si dice a Trigoria?". Non è mai semplice starsene a distanza e godere di luce riflessa. Sapri non è New York. E i romanistim sono una merce molto rara. «Che io sappia siamo un paio. Forse tre. Nessuno di loro è sfegatato. Si godono le vittorie e parlano poco delle sconfitte. Quasi, quasi mi fanno rabbia. Ci sono giorni che vorrei spaccare il mondo per quanto fremo». Lattesa, almeno per stavolta, sta per finire. Una manciata dore e Davide partirà per il Veneto, lasciando un orecchio a Siena. Serve il miracolo. Ma già poterci essere, dopo aver attraversato lItalia, già quello
è un prodigio.