La penna degli Altri 07/05/2010 13:04

Chiaro gesto premeditato. Eppure Lippi lo chiamerà

Per tante ragioni vorrei avere la forza di giustificare : anche per la splendida maglia, la nera da trasferta, che ha regalato - non richiesta - sabato scorso subito dopo la partita a un ragazzino di dieci anni che stravede per lui e la Roma. Vorrei riuscirci ma non posso: non devo. Tredici milioni di italiani hanno visto Francesco colpire da dietro volontariamente, per fargli male, Balotelli. Poco meno di un quinto dei suoi connazionali - la metà della popolazione televisiva del mercoledì sera - c’è rimasta di sasso, e non era la prima volta.



I precedenti in effetti non mancano. Uno in particolare, e non riguarda direttamente il . Berlino 2006.
come Zidane, la Roma come la sorella del francese, la finale di coppa Italia come la finale del Mondiale, Balotelli come Materazzi, curiosamente l’allievo e il suo ex tutor. A differenza di Zizou che ancora oggi, a quattro anni di distanza, non s’è scusato con Matrix, , al tredicesimno rosso con la maglia della Roma, si è precipitato sul suo sito per chiarire che gli è dispiaciuto, ribadendo tuttavia che Mario l’aveva provocato tanto pochi minuti prima quanto alcuni mesi fa a San Siro. E qui casca l’asino: interviene una forma di premeditazione.

Proprio nei giorni in cui passa la pubblicità dello smart phone - ne è il protagonista insieme a Ilary - ha fatto qualcosa di poco smart, inducendo milioni di appassionati a porsi la fatidica domanda: e adesso Lippi che fa, lo convoca ugualmente per il Sudafrica? Evito i discorsi relativi all’età (34 anni), all’esperienza (un titolo mondiale, scudetti, coppe e altro: come Zidane) e non scendo nemmeno sul terreno delle radici borgatare; trascuro anche sputi, sfottò, schiaffetti a Colonnese, indici e pollici, dico soltanto che stavolta la delusione è più forte del perdono. Che arriverà. Lippi chiamerà , non lo abbandonerà nel momento del bisogno e dell’impopolarità: del resto, l’idolo del ct era e resteràsempre Zidane con annessi e connessi.

Attendendo la chiamata, rinnovo - aggiornandola - la domanda più formulata nella capitale da Evangelisti a oggi: A Fra’, a che te serve?