La penna degli Altri 24/05/2010 11:14

Chapeau all'Inter e a tutti i suoi giocatori impuniti

chapeau ai suoi giocatori che restano puntualmente impuniti da anni quando si esibiscono in falli di gioco, da rigore e osceni nei confronti del pubblico avversario;

chapeau a quei sostenitori neroazzurri che anche se ricoprono cariche istituzionali delicatissime gridano allo scandalo perché una squadra già retrocessa si gioca sportivamente la sua ultima partita nella massima serie senza scansarsi come hanno fatto Lazio e Sampdoria;

chapeau al suo giovane calciatore più rappresentativo che dopo aver calpestato la propria maglia, indossata per sfregio quella del Milan e diffamato, accusandolo di razzismo, il giocatore italiano più forte in attività, viene abbracciato e festeggiato dai compagni sul prato del Bernabeu anche se non ha giocato neppure un minuto; chapeau agli arroganti perchè loro è il regno dei cieli del Pallone;

chapeau perché al tirar delle somme, facendo tesoro di tutte le contingenze favorevoli, i neroazzurri le hanno sfruttate sempre al massimo risultando, come reciteranno in futuro gli almanacchi del calcio, i più forti in Italia e in Europa.

Il tifoso romanista che sia giornalista, operaio, ingegnere, medico, avvocato o impiegato non può che prendere atto di tutto ciò pensando che a lui gli è stato, gli è e probabilmente gli sarà precluso il raggiungimento di tali obiettivi per il semplice fatto, ovvio in questo paese, di tifare per una squadra che porta il nome di una à che è sempre stata nella sua storia millenaria odiata in quanto Capitale, prima dell’Impero più grande, poi della Cristianità e infine di un Paese che ha riunificato migliaia di Comuni ma che mai è stato e si è sentito Nazione.

Scriviamo e diciamo sempre di essere orgogliosi della nostra peculiarità; muoviamo legioni intere di appassionati al seguito della nostra passione per inseguire un sogno che per noi si conferma proibito. Con una campagna acquisti a costo zero facciamo tremare fino all’ultimo respiro la squadra, ad ora, più forte del mondo; arriviamo a pochi centimetri dal traguardo ma poi puntualmente, novelli Dorando Pietri, ci scippano il bottino sul filo di lana. Siamo l’espressione più limpida degli antagonisti di questo calcio marcio, corrotto, specchio fedele della Società nostrana dove la furberia e l’imbroglio regnano sovrani e dove anche la libertà di stampa viene pericolosamente messa in discussione da Palazzi e Poteri forti dai quali il nostro sport più popolare assorbe come una spugna tutti gli eccessi, anche i più destabilizzanti.

Noi siamo i buoni; 

noi siamo i tifosi più tifosi del mondo;

noi già pensiamo alla prossima stagione e abbiamo già ricominciato a sognare scudetti, coppe Italia e ;

noi ci teniamo stretti i nostri eroi anche se logori e stanchi dopo troppe battaglie;

noi siamo e restiamo orgogliosi della nostra sana e onesta povertà;

noi continueremo ad opporci a tutte le arroganze e allo strapotere economico degli altri;

noi continueremo a sventolare le nostre bandiere espressione di un calcio pulito senza mai sporcarci le mani per tentare di aggiungere con altri mezzi qualche trofeo alla nostra scarna bacheca. Ci basta tifare e amare i nostri colori. Ma ci basta veramente?