La penna degli Altri 28/05/2010 12:38

Adriano: «Alla Roma salderò il mio debito!»

Perchè l'Italia?

«Ho giocato sette stagioni lì. Mancava qualcosa per cancellare il ricordo di quello che avevo fatto, è stato questo il motivo per cui ho deciso di tornare».

Nessun dubbio?

«È stato tutto pensato molto bene. So­no felice della scelta che ho fatto».

Un ritorno dedicato a qualcuno?

«Dovevo tornare in Italia per rispetto. Per me questa decisione è importante. Ho ancora un debito, per tutto quello che hanno fatto per me. Devo questo ritorno al popolo italiano».

La felicità del ritorno, ma il Flamen­go?

« Qui sono stato molto bene, qui ho tro­vato la felicità, lasciare questo club mi rende un po' triste, amareggiato».

Forse perchè ci sono state incompren­sioni, problemi per andare alla Roma?

«No, assolutamente, niente di tutto ciò, questo club mi ha accolto, come ne pos­so parlare male. Sto parlando con tutti, me ne vado in maniera amichevole. Qui sono stato felice».

Un addio definitivo?

«Ho appreso molto qui, sono maturato. Un giorno tornerò per chiudere la mia carriera, anche perchè non potrebbe es­sere in un altro modo, altrimenti mia nonna mi ucciderebbe. Difficile dare l'addio al Flamengo, un po' di emozione la sento».

Ma Adriano è cambiato?

«So che devo ringraziare tutti per que­sta nuova opportunità che ho avuto. E un grazie alla Roma che mi ha dato fidu­cia ».

Decisione ponderata?

«Pensata molto, d'altra parte la Roma sono sei mesi che mi inseguiva. Mi è pia­ciuto il progetto».

Tornare a giocare in Italia vuole an- che dire maggiore impegno, con i gial­lorossi non si possono saltare tredici al­lenamenti come è successo con il Fla­mengo.

«Sono preparato per questa routine di responsabilità».

Cosa dovrà fare Adriano?

«Non voglio ripetere alcune cose che sono successe in passato. Parlo della mia vita, non ho problemi a dirlo anche per­chè non mi pento di nulla. Devo sempre maturare e la Roma mi ha dato questa nuova opportunità, sapendo perfetta­mente tutto quello che avevo fatto qui».

Tutto a posto con la Roma?

«Sono un giocatore giallorosso al 90%, parlerò con il presidente il 6 giugno, per definire la trattativa. Quello che manca­no sono solo alcuni dettagli. Sono felice di essere chiamato Imperatore e di gio­care in una à come Roma, conosciu­ta come la à degli imperatori».

In Italia non sarà solo...

«No, perchè con me verrà la mia fami­glia e mio figlio. Con il Flamengo ho ri­trovato la felicità, ora torno perchè devo tanto all'Italia. Adesso sono davvero molto contento della decisione presa, spero di esserlo ancora di più quando sa­rò a Roma».

Alla Roma troverà un grande campio­ne come .

«Non mi sento alla sua altezza, ma da­rò il massimo per far sì che la Roma con­tinui a essere una grande squadra, vo- glio dare il mio contributo per aiutare a vincere lo scudetto. Con ho già par­lato per telefono e spero proprio che as­sieme si possa fare molto. Spero anche che mi passi molto la palla, giocare con lui vicino è un sogno che si realizza».

Quale è stato il motivo principale che l'ha spinta alla Roma?

«Non sono stati i soldi, mi ha colpito il progetto, l'idea, voglio vincere con que­sta nuova squadra. Ho parlato con i diri­genti. Già dall'anno scorso il club aveva fatto un progetto per me e io ci stavo pensando. Mi hanno concesso la loro fi­ducia, spero di poter restituire qualche cosa presto».

Anche nell'anno passato con il Fla­mengo non sono mancate le polemiche fuori dal campo.

«Quando hai un nome, quando diventi famoso, diventa difficile poter fare le stesse che cose di una persona normale. Le critiche ci saranno sempre, dicono anche tante cose non vere. Sul momento me la prendo, poi mi passa e questo farà sempre parte della mia vita. L'importan­te è la mia famiglia. La gente cade per imparare a rialzarsi».

In campo cosa è successo? Dopo la conquista del Brasileirao quest'anno ci si aspettava di più.

« L'anno scorso è stato tutto positivo. Quest'anno non è stato come avrei volu­to, si poteva cominciare la stagione in un modo migliore. Mi sarebbe piaciuto mol­to vincere il Carioca e qualificarmi per le semifinali della Libertadores. Ma non sono stati questi risultati a farni decide­re per la Roma, i giallorossi mi volevano dall'anno scorso».

E la delusione per non essere ai Mon­diali?

«Era la mia ultima possibilità, ma non tiferò contro, ho molti amici lì. Pensavo di essere chiamato perchè Dunga mi aveva sempre detto che non importava quello che facevo fuori dalla Seleçao. Lì ho svolto sempre il mio lavoro, ho avuto una regolarità molto buona. Certo mi ha dato fastidio non essere convocato, ma la vita continua, d'altra parte anch'io ho da­to dei motivi per essere escluso».