La penna degli Altri 22/05/2010 12:23

A Robbè, facce sognà

Ma a noi, l’avrete capito, “ce piasce” assai. A parte che i colori sono affini, rosso e bianco i loro, giallo e rosso i nostri; a parte che quest’anno ci hanno dato Luca Toni che pur se, come pare, andrà via per esigenze di mercato, ci lascia un ricordo bellissimo. A parte tutto questo, ci sono diverse ragioni che spingono i cuori giallorossi a innalzare oggi la bandiera del Bayern Monaco.

La prima è che siamo assetati di vendetta e vogliamo preparare per bene quella che consumeremo nel prossimo scontro con l’Inter in Supercoppa quest’estate. Sarebbe bellissimo assaporare un anticipo del dolce nettare per interposta squadra già questa sera. Salutare l’addio di Mourinho “habla habla” – copyright di Darwin Pastorin - con una bella sconfitta impartitagli dal suo vecchio maestro, e per di più a Madrid, la à che avrà la disgrazia di ospitarlo l’anno prossimo, non ha prezzo, per il resto c’è mastercard.

 

La seconda è che l’antagonismo con l’Inter non si manifesta solo sul prato verde dei campi di calcio. Non gli è bastato vincere, in un campionato falsato da arbitraggi scandalosi e partite farsesche. No, hanno voluto

insultarci con gli striscioni, dileggiarci con le magliette di un ex-giocatore, sfotterci con la favola del “soli contri tutti”. A Mora’, ma soli contro tutti de chè?

La storia di questo campionato, se esiste ancora un po’ di giustizia, la riscriveranno i tribunali. Quello di , dove emerge come il metodo Moggi non fosse prerogativa solo dell’ex- della , che l’immortale Franco Sensi cacciò dalla Roma a pedate nel sedere, bensì una pratica di potere che l’Inter ha ereditato e, se possibile, persino peggiorato (avete in mente Bobo Vieri pedinato dagli spioni telecom?). Quello di Tivoli, che sta indagando sulla partita truccata tra Lazio e Inter, un illecito sportivo grande come una casa che solo la dormiente giustizia sportiva italiana (shhh!, parlate piano altrimenti li svegliate) poteva far finta di non aver visto.

La favoletta dell’Inter alfiere del calcio pulito se la bevono ormai solo i giornali (sportivi e no) dei grandi poteri del nord, mentre quelli romani non hanno il coraggio non dico di una denuncia, ma neppure di una seppur timida protesta. Ma non preoccupatevi, noi siamo piccoli ma la nostra voce si alzerà sempre più forte in difesa di Roma e della Roma.

E qui arriva la terza ragione per cui tifare Bayern. La vera e propria campagna di linciaggio cui è stato sottoposto il nostro amato capitano e insieme a lui tutta la squadra e tutta la à per un fallo di reazione contro un giocatore che l’aveva provocato per tutta la partita di Coppa Italia (e non solo in quella). Hanno spacciato la menzogna di un inesistente insulto razzista per sporcare l’immagine di , un uomo che ha fatto della solidarietà, dell’aiuto ai più deboli, una ragione di vita. E per oltraggiare, tramite lui, un’intera à. Non si danno pace, non possono sopportare l’idea che una società dai bilanci sani, una squadra capace di una vera e propria impresa sportiva, un uomo che sa rialzarsi dopo ogni colpo e che sa lealmente ammettere i suoi errori, possano aver conteso loro un titolo che pretendevano di vincere per editto divino.

Infine, tiferemo Bayern contro un nazionalismo becero che nulla ha a che vedere con il sentimento di patria che abbiamo ben piantato nel nostro cuore e che Roma, nel Risorgimento e nella Resistenza, ha sempre saputo onorare. Una retrorica nazionalista che vale solo quando fa comodo: ma li avete sentiti gli ululati nordisti dopo che la Roma si è aggiudicata la corsa per le Olimpiadi? Manco questa à - la capitale d’Italia e la più bella à del mondo - fosse l’ultimo paesino della Val Brembana. A differenza di altri che dicono di usare il tricolore per pulircisi il culo, noi cantiamo commossi l’inno d’Italia, in piedi e con la mano sul cuore.

 

Italiani, romani, romanisti e fieri di esserlo. Ma, se proprio ci tirate per i capelli, domandiamo: che c’entra l’Inter con l’Italia? E’ una squadra fatta solo con i criteri del denaro, una specie di Legione Straniera costruita dilapidando immense risorse in un giocattolo che di economico non ha nulla (mentre il Bayern, come la Roma, è una squadra dai bilanci sani). Siamo stufi di tutto questo. Sì, siamo stufi e applaudiamo chiunque possa far crollare un simile castello di menzogne eretto sull’ipocrisia.

 

Forza Bayern! A Robbe’, facce sognà.