La penna degli Altri 24/04/2010 11:14

Totti, su i pollici: cerca il gol contro il digiuno e i veleni

Non protagonista Non che ci sia rimasto male, ma gli è rimasto il tarlo, appunto. Perchè, in effetti, negli ultimi mesi ha fatto parlare di sè più per le prestazioni sul set che quelle sul campo. Dal latino "ite...ite..." al romano "phono", è entrato ogni giorno nelle case degli italiani, mentre in campo ci è entrato poco o niente. Tormentato dall'infiammazione al tendine del ginocchio, bloccato da una convalescenza più lunga del previsto, ancora arrugginito per quello che si è visto nelle ultime partite. Sotituito per scelta tecnica nell'intervallo - e non era mai capitato prima!- di due sfide fondamentali, e Lazio. In generale, e questo deve essere il suo cruccio più grande, non è l'attore protagonista di questo film-scudetto. Di questa straordinaria cavalcata, qualunque sia il finale, si ricorderanno più Vucinic, Pizarro e Julio Sergio, l’ossatura della squadra, e naturalmente la guida Claudio Ranieri, promosso da fettina a bistecca.

Astinenza I gol di — non bisogna dimenticarlo — hanno tenuto a galla la Roma quando la barca stava affondando: 10 gol in Europa League, quasi tutti nei preliminari, e 10 in campionato, nove fino alla 13a, il decimo il 23 gennaio alla 21a giornata, -Roma. Rimasto l’ultimo. E questo è un altro tormento: non segna da tre mesi e 13 giornate (all’Olimpico addirittura da novembre). Un’enormità. Da quando è , per trovare un’astinenza più lunga bisogna tornare indietro di undici anni. Nel campionato 1998-99 (disputato da attaccante sinistro del tridente zemaniano) rimase a secco dal 5 dicembre 1998 all’ 11 aprile 1999, dalla 12a alla 28a, 15 giornate. E anche il numero di gol, 10, è sotto tutti gli standard dell’ultimo decennio.

Bomber ha fame, vorrebbe mangiarsi il campo, oscurare l’ex amico Cassano, soprattutto prendere per mano la Roma in questo rettilineo finale, da capitano e da centravanti. Vuole tornare al gol, e con la Samp c'è feeling: le ha già segnato 11 reti, vittima abituale quasi quanto Udinese (12) e Parma (14). Il raggio d'azione di copre gli ultimi 30 metri. Non ha più la mobilità di un tempo, ma vede la porta come pochi. L'esperimento di Ranieri - lui trequartista, Toni centravanti- è stato ufficialmente chiuso al 45' di Lazio-Roma. Domani, tornerà al suo posto. Toni lo guarderà dalla panchina, Vucinic gli girerà intorno, Menez gli guarderà le spalle. "Il chiarimento con Ranieri di 4 mesi fa è stato la svolta per me - ha raccontato il francese- ora sono più sicuro e posso giocare ovunque". Largo ai giovani.