La penna degli Altri 26/04/2010 10:14

Totti, gol e lacrime. Notte da Capitano

che il primo volo di Yuri Gagarin, l’allunaggio americano, l’elezione di Giovanni Paolo II. Francesco è una spina nel fianco doriano, apre a destra, apre a sinistra, inventa, va al tiro. I primi 45’ premiano completamente la scelta di Ranieri: Toni in panchina,  davanti. Perché il menage à trois, il triangolo con Menez e Vucinic, va alla grande. Quello con Toni e Mirko no. La rete del vantaggio è figlia di questo rapporto quasi incestuoso. Tra fratelli, tra romanisti nati e romanisti adottati. Il Genio è una lama, sfonda la Maginot sampdoriana sulla sinistra, mette al centro. è lì ad aspettare e colpire. L’interno sinistro che scuote l’Olimpico per Storari è inarrivabile. Per è l’undicesimo gol (non segnava da 92 giorni) in venti partite di campionato, il ventiduesimo in ventisette gare complessive, contando anche i preliminari di Europa League.
 
Soprattutto, quella di ieri notte è la rete numero 189 in Serie A. Un gol ancora e il prenderà al sesto posto Kurt Hamrin, bomberone che a cavallo tra gli anni 50 e 60 seminò il panico nelle difese italiane. Il rammarico è che il gol numero 190 non sia arrivato nella stessa notte. Perché poteva, sapete? È mancato tanto così. E non una, ma due volte. Al 20’, per esempio. Francesco calcia forte, angolato, ma sul primo palo di Storari. Il l’appoggia sul palo e la palla fugge via. Nove minuti dopo, la respinta su una conclusione velenosa di Menez permette a Francesco di battere in semirovesciata. Il colpo è sbilenco. È così che se ne va l’occasione del 2-0. Ed è così (pure) che se ne va la Roma. Non dalla corsa scudetto, ma da una partita nata bene e finita da dimenticare. Tra una chance e l’altra, Francesco deve pure risolvere una mini controversia tra Perrotta e Vucinic. Un’incomprensione, una stupidaggine. Calma, ci pensa il . È nella ripresa che la condizione s’appanna. Che il motore s’ingrippa. Che la luce diventa fioca. Quella di , come quella di tutta la squadra.
 
La reazione c’è, si vede, si sente. si batte, lotta, soffre. Soffre come tutti noi e forse anche più di noi. Poi cala la notte, Roma si scopre triste e piange un po’. Ma solo un po’. Da oggi si comincia a pensare al Parma. E poi a quello che accadrà il giorno dopo all’Olimpico. Sperando che il mondo di Eupalla sia bello, lindo, regolare. Hai visto mai che uno si sbagli.