La penna degli Altri 21/04/2010 11:57
Rocchi: «Totti, quel gesto non era uno sfottò»
Quel momento della partita lo abbiamo sofferto e loro sono stati anche fortunati, visto che hanno ribaltato il risultato segnando su rigore e su punizione. Noi stavamo cercando di tornare in vantaggio, non è mai facile in partite così vibranti come il derby. Dispiace perché dopo una prestazione così non meritavamo assolutamente di perdere.
Ci sono state molte tensioni dopo la fine della partita e le polemiche continuano a venire fuori. Ci tengo a precisare alcuni aspetti, che ritengo fondamentali. E voglio, anche a nome dei miei compagni, rispondere a Totti. Non siamo daccordo con quello che sta dicendo da due giorni. Lo sappiamo tutti che il derby è fatto in un certo modo, gli sfottò ci possono stare, fanno parte del gioco e dellatmosfera di un appuntamento così sentito in città. Ma il suo gesto con il pollice verso, augurandoci la retrocessione in serie B, non lo riteniamo uno sfottò da derby. E molto peggio. E stata una provocazione. Solo così si può definire. Dice che stava festeggiando con i suoi tifosi, ma non può essere solo così. Era sul campo, è il capitano della Roma e dovrebbe rispettare i suoi avversari. Gli sfottò ci stanno prima, durante e dopo la partita. Cè chi vince, cè chi perde, ognuno si gode la sua vittorie. Ci vorrebbe più rispetto per gli avversari. Mi sembra che Totti sia andato oltre. E mi sembra anche che il giudice sportivo Tosel, multandolo, non labbia vista come dice lui. Ha creato tensioni sul campo, ci sono state reazioni e incidenti fuori dallo stadio. In campo deve essere derby, ma finisce al novantesimo. E la seconda volta che eccede. Già dopo la partita dandata, aveva fatto lo stesso gesto di scherno. E sapeva, perché glielo avevamo spiegato sul campo, che tutta la squadra della Lazio non aveva gradito. Si è ripetuto. Ripeto: credo ci abbia voluto provocare.
Ci sono altre cose da chiarire. Nessuno di noi, sotto la maglia della Lazio, aveva una t- shirt con la scritta scudetto game over. E una falsità. E vero, invece, che i tifosi ci avevano portato la sua foto con il pollice verso del derby dandata. Ci volevano dare la carica. Questo credo faccia parte della preparazione del derby. Nessuno di noi lha provocato oppure offeso. Un conto è come lo prepari un derby e le motivazioni che cerchi per riscattarti, un altro come lo festeggi. E mi ha fatto male leggere le sue frasi che volete laziali?. Da giocatori della Lazio, lasciando gli sfottò ai tifosi, vorremmo che il capitano della Roma ci rispettasse. Io poi non vedo similitudini tra i suoi festeggiamenti e lesultanza di Paolo Di Canio. Non mi sembrano uguali o paragonabili.
Per chiudere largomento, anche se per i tifosi della Lazio non ci sarebbe bisogno, chiarisco che il mio modo di festeggiare, da quando è nata mia figlia Camilla, è sempre stato lo stesso. Può sembrare una pistola oppure una elle, perché quando era piccolina, nella culla, non riusciva a unire indice e pollice della mano per indicare una cosa. Negli ultimi tre anni, ho sempre festeggiato così i miei gol. E mi sembra fantascienza pensare che prendessi in giro la Roma.
Abbiamo giocato una grande partita, quando ho segnato sapevo che non sarebbe stato sufficiente per vincere la partita. I derby durano cento minuti, bisogna continuare con la stessa intensità sino alla fine. E stato un bel gol. Cristian mi ha visto, il suo lancio è stato perfetto, a scavalcare Burdisso. La difesa della Roma pensava che tagliassi verso il centro, ho fatto un mezzo giro per non finire in fuorigioco, ho fintato il taglio ma poi ho tenuto una posizione defilata. Lho colpito subito il pallone, perché ho visto Julio Cesar uscire e non volevo mi franasse sui piedi. Ho pensato di poter segnare su quel contropiede del secondo tempo, ma Perrotta è stato bravissimo a recuperare.
Dopo l 1- 0 e lintervallo, volevamo il raddoppio. Non ci siamo ritirati indietro, il pensiero era di attaccare. Il momento forse decisivo della partita è stato quando non abbiamo sfruttato la possibilità del raddoppio. Forse sull 1- 1 dovevamo essere più bravi e gestire meglio il risultato, cè stata una reazione di grande personalità. Ma un conto è parlarne, un altro quando sei sul campo: non sono facili da interpretare quei momenti. Sul 2- 1 ci siamo sentiti scappare di mano la partita e non meritavamo di perdere. Eppure abbiamo continuato a giocare, cercando il pareggio.
Ha ragione Ledesma. Larbitraggio di Tagliavento non è stato dei migliori e ci ha penalizzato. Non voglio entrare nel merito e alimentare altre polemiche, ma alcuni episodi non sono stati interpretati nel modo giusto. E anche alla fine, nella confusione generale, mi sembra che le multe, a parte Totti, le abbiano prese solo i giocatori della Lazio...
Tornando alla partita, non ho tirato il rigore perché non sono più il rigorista da un anno e mezzo. Non penso di tirarli bene e nella stagione passata altri miei compagni erano pronti a tirare al mio posto: Zarate, Kolarov, Ledesma. Domenica, per il derby, i rigoristi designati erano Floccari e Kolarov. Ieri ho parlato con Sergio, ho cercato di tirarlo su. Sta male e si sente in colpa, ma succede di sbagliare. Gli ho ricordato che, in un altro derby, segnai su rigore, ma il pallone passò sotto la pancia di Doni. Questione di centimetri, stavo per sbagliare anchio. Questa volta è andata male, è stato sfortunato.
La delusione per il derby è ancora forte e resterà, è normale ci sia ancora, ma non ci dobbiamo più pensare. La Lazio viene da un grandissimo periodo. Nelle ultime sei partite, ne abbiamo vinte tre, due sono state pareggiate e sino allinizio del secondo tempo stavamo battendo la Roma. Non può essere questa sconfitta a condizionarci, non possiamo buttare quanto di buono è stato costruito nelle ultime settimane. Stiamo bene, ora dobbiamo andare a vincere a Marassi con il Genoa.
Ai tifosi della Lazio voglio dire che lo stadio Olimpico domenica era stupendo. Bellissima la coreografia. Meraviglioso lentusiasmo e lamore che ci ha circondato. Dispiace a tutti aver perso il derby, ci tenevamo a concluderlo con un altro risultato e ce labbiamo messa davvero tutta. Ora contano solo le prossime quattro partite. Siamo convinti e consapevoli della nostra forza. Raggiungeremo la salvezza.