La penna degli Altri 29/04/2010 11:24
Riise lacchiappatutto: «Vogliamo due titoli»
Che lo hanno stregato. Thunderbolt è un fiume in piena e ai suoi amici norvegesi racconta come ha reagito alla batosta di domenica sera: «Certamente il giorno dopo non è stato bello. Soprattutto per me che sono stato coinvolto in negativo in entrambe le loro reti. Ho rivisto le azioni e posso certamente dire che avrei potuto fare le cose in maniera differente. Ma è troppo facile dirlo dopo, la cosa importante è che si impari qualcosa ogni volta e analizzando gli errori al video è tutto più semplice. Ma soprattutto quello che si deve imparare nel calcio è di guardare sempre avanti. Dobbiamo giocare tante partite e non ci possiamo permettere di essere abbattuti per più di 24 ore. Ora siamo tutti concentrati sulla partita di Parma».
Lo sono i giocatori così come i tifosi che, dopo lo sconforto del momento, hanno ricominciato a sognare polverizzando in poche ore tutti i biglietti per il Tardini. «I nostri supporter spiega Riise ci credono ancora e così noi. Siamo determinati a farcela, insieme a loro».
I tifosi, John il rosso sembra non stancarsi mai di raccontare quanto la passione del popolo romanista lo abbia colpito: «Quando firmi per un club, chiedi subito come sono i fans?. Ammetto che ero agitato allidea di cambiare club. In Inghilterra mi ero creato una certa reputazione e tutti si aspettavano molto da me, sia come calciatore sia come persona. Per me quel tipo di pressione era qualcosa di completamente nuovo, perché lultima volta che mi ero trasferito venivo dal Monaco, i tifosi del Liverpool non mi conoscevano e su di me non cera pressione. Lo scorso anno, in una stagione al di sotto delle aspettative, ho potuto capire quanto i tifosi qui fossero coinvolti. La Roma significa tutto per loro. Se le cose non vanno per il verso giusto, loro ce lo fanno sapere a modo loro. Ammetto che non era preparato a questo, ma noi giocatori li capiamo anche perché spendono i loro soldi per gli abbonamenti, le magliette e tutto il resto».
E i ricordi di Riise vanno ad un giorno preciso, quello dopo la sconfitta ai rigori contro lArsenal: «Sono arrivati in 5mila al campo dallenamento e ci hanno dimostrato tutto il loro supporto. E stato fantastico e per me questo è stato un momento di svolta, come giocatore e anche come giudizio nei confronti dei tifosi. Da allora non ho più cambiato idea».
Lì è scattato qualcosa in John e quel qualcosa si è tradotto anche in prestazioni allaltezza della sua fama: «Questanno la stagione è iniziata male - ha spiegato - ma con il nuovo tecnico siamo arrivati in cima alla classifica. I tifosi ci hanno dato una grande mano. E davvero bello far parte di questa avventura incredibile. Io sono migliorato molto, ho segnato alcuni gol e i tifosi hanno apprezzato questo cambiamento. Hanno visto il vero Riise, un giocatore che dà sempre quel qualcosa in più, uno che dà sempre il massimo per vincere e per fare felici i tifosi. Anche io ho delle giornate storte, ma do sempre il cento per cento. Lenergia extra ce la dà la gente. Quando vedete che noi giocatori andiamo ad esultare sotto la curva è perché vogliamo festeggiare con loro».
Un rapporto forte, fatto di grandi gioie ma anche di momenti delicati: «Ci sono molte cose che non dimenticherò mai dei nostri tifosi. Come dopo la vittoria di Torino con la Juve, quando trovammo centinaia di persone ad aspettarci allaeroporto. Erano le 2.30 del mattino. Fantastico! Così come non dimenticherò mai quello che è successo in occasione dei successi con lInter e nel derby. Oppure quando eravamo in ritiro in un periodo di risultati negativi e in piena notte tirarono un paio di bombe carta attraverso i cancelli. Eravamo un po spaventati, ma capimmo che era un segno da parte loro per darci una scossa. E ha aiutato, abbiamo vinto la partita successiva (ride, ndr). So che molte squadre hanno dei tifosi fantastici e che non si possono misurare. Ma è anche vero che ho girato tutto il mondo e giocato in molti stadi e posso dire che quelli della Roma sono di una categoria superiore. Per questo noi giocatori abbiamo un obiettivo: lavorare duro per regalargli un titolo o due».