La penna degli Altri 06/04/2010 09:23
Nel '79 con l'Atalanta non si vedeva il marmo
Sui volti dei giocatori della Roma si legge la paura, molti di loro, tra questi capitan Santarini e Roberto Pruzzo hanno il viso coperto da una folta barba, hanno fatto voto di tagliarla solo quando la Roma sarà salva, ma la questione, imprevedibilmente, si è maledettamente complicata. Lincontro si è fatto durissimo, con unespulsione per parte (Tavola e Scarnecchia), mentre al 41 il medico sociale Alicicco deve soccorrere Santarini e tamponare allameno peggio una ferita allarcata sopraccigliare destra. La maglia a ghiacciolo di Sergio, che ora ha una vistosa fascia attorno al capo è macchiata di sangue. In quella stagione neanche con le casacche la Roma ha trovato pace, ne sono state adottate tre, persino una completamente arancione, nel disperato tentativo di catturare quella fortuna che sembra aver definitivamente voltato le spalle. Al ritorno in campo, dopo lintervallo, la situazione è ormai disperata. LAvellino vince contro lInter, il Vicenza perde con la Juventus (pareggerà con Zanone al 66) ma il Bologna strappa un punto contro i neocampioni dItalia del Milan. La Roma al quartultimo posto è a un passo dal baratro. Gli occhi dei tifosi assomigliano a quelli di Giancarlo De Sisti, Picchio allultima gara allOlimpico della sua carriera ha voluto attorno a sé parenti e amici, e ora, quella che aveva immaginato come una festa, rischia di trasformarsi in un dramma sportivo. De Sisti è stanco, non riesce ad accendere il gioco, ma non è da lui che la gente sugli spalti e quella attaccata alla radiolina attende disperatamente il gol della salvezza. Poi al 62, finalmente, la radio esplode. Non si sente lo speaker, solo un frastuono assordante, un boato selvaggio. Poi, allimprovviso: «Qui è lOlimpico, Pruzzo ha pareggiato!». Un piattone in scivolata, il Bomber era arrivato sulla palla con Osti, il suo marcatore, attaccato alla spalla sinistra e aveva scaraventato in rete anche lui, insieme a tutta Bergamo alta e bassa. Poi quella corsa folle, con le braccia a mulinare in una specie di mulinello folle, incontrollabile, passando accanto a Giorgio Rossi che lo applaudiva e ad uno stadio in cui nessuno riusciva più a stare fermo. Una bandiera giallorossa sventolava al centro della Curva.