La penna degli Altri 07/04/2010 08:21

Menez parte dalla panchina, ma sarà l’arma in più

Ed è un peccato, visto che nelle ultime uscite (contro Udinese e Inter) aveva finalmente dimostrato di non avere solo le straordinarie doti tecniche che tutti gli hanno sempre riconosciuto, ma di aver trovato anche la continuità che tutti gli chiedevano. Ironia del destino, proprio un girone fa, contro il Bari, nel giorno in cui segnò quella tripletta stellare, il tridente (quello leggero, con lui, Mirko e il capitano) gli aveva spalancato di nuovo le porte del campo. Ora dovrà essere bravo a farsi trovare pronto quando verrà chiamato in causa. Con un vantaggio rispetto al passato: stavolta Jeremy è pienamente parte del gruppo. Gli abbracci, i sorrisi, le esultanze degli ultimi tempi sono lì a dimostrarlo.

E l’ennesima conferma è arrivata nell’ultimo allenamento nel quale, oltre a realizzare uno splendido gol nella partitella con un gran da fuori area, è stato protagonista anche per uno scherzoso scambio di battute con il capitano che lo rimproverava di “giocherellare” troppo sotto porta. No, stavolta il rischio che il francese si isoli, che torni ad incupirsi, non sembra essere reale. Piuttosto c’è da chiedersi in che modo verrà utilizzato quando Ranieri lo chiamerà a sostituire uno dei tre davanti. Il primo tridente era infatti tale solo di nome, perché nella realtà la squadra si disponeva col 4-4-2 e Menez andava a fare il quarto di centrocampo, dimostrando peraltro grande spirito di sacrificio. Nelle ultime apparizioni, invece, è stato tridente vero, con lui a giocare da trequartista, a inventare calcio, a deliziare il pubblico. E’ quello il ruolo nel quel forse rende meglio, quello nel quale è maggiormente nel vivo dell’azione, e Ranieri lo sa.

Ma il tecnico giallorosso ha anche detto chiaramente che il francesino dovrà di volta in volta giocare dove ce ne sarà più bisogno. Se servirà, dunque, dove lo vedremo contro l’Atalanta? Non come prima punta, certo, ma per il resto Menez può far bene in qualsiasi altro ruolo dell’attacco. Può essere libero di spaziare e saltare l’uomo sulla sinistra, come ha fatto Vucinic a Bari, o può piazzarsi un po’ più centrale e arretrato, come fatto da  sempre contro i pugliesi. Se servisse potrebbe anche andare a destra, magari con compiti in po’ più difensivi. Insomma, che si tratti di un 4-3-1-2, di un 4-3-2-1, o addirittura di un 4-4-2, Jeremy può esserci sempre. E’ lui il vero jolly. La carta in più da giocarsi per passare dal sogno alla realtà.