La penna degli Altri 02/04/2010 09:43
Matarrese: "Dal Bari nessun regalo"
«Mille partite sono tante. Sono stati venisette anni di grande resposabilita, ma in certi momenti abbiamo provato anche la soddisfazione di aver portato felicità, gioia a tutta la città e anche alla Puglia nel momento in cui il Bari vinceva i campionati».
Come diventa presidente?
«Mio fratello Antonio venne eletto presidente della Lega, il Bari finì in serie C e invece di lasciare la società fummo invitati dai tifosi a rispettare l'ìmpegno preso di portare la squadra in A. Punti dall'orgoglio, ci guardammo in faccia e decidemmo di continuare. Presi il comando della situazione con la rabbia in corpo dopo aver visto Antonio piangere per la retrocessiione».
Il primo colpo miliardario fu Edy Bivi.
«Lo prendemmo l'anno dopo quando temevamo di non andare in A. La squadra era stata già completata con Bergossi perchè Bivi in un primo momento aveva rifiutato di scendere in B. Non ci demmo per vinti, Bivi arrivò a ritiiro iniziato, vinse il titolo di capocannoniere e il Bari torno in serie A dopo 15 anni».
Quando entrò nel calcio cosa si propose?
«Certamente di non rimanere tanti anni alla guida della società. L'obiettivo era di riportare il Bari in B e poi di trovare una soluzione. Andammo subito in serie A e da quel momento l'amore per il Bari diventò incredibile. Anche nei momenti di grande contestazione è stato difficile mollare perchè il Bari è l'orgoglio della città e della nostra famiglia».
Preso il Bari cambiò tutto mandando via anche Regalia.
«Dovevo rinnovare. Regalia andò via perchè il Bari retrocesse in serie C e non poteva rimanere. Però onestamente devo essere grato a Regalia perchè quando mandai via Janich in seguito alle dimissioni di Salvemini capì che era il momento di far tornare Regalia al suo posto. I risultati poi si videro con gli splendidi campionati fatti da Regalia con Matarezzi e Fascetti».
Le partite più belle.
«Di partite belle ce ne sono state tante, ma quella che ricordo con piacere è quando il Bari fece l'en plein a San Siro andando a vincere con l'Inter e col Milan con gol di Tovalieri e Guerrero. Ma il Bari nella sua lunga storia ha avuto tanti grandi giocatori. Non dimentichiamo Kennet Andersson, Ingesson, Protti, Zambrotta, Cassano e tutti quelli che sono stati l'orgoglio della nostra organizzazione calcistica».
Ironia della sorte il Bari di Platt che costò di più fu quello che riservò più delusioni.
«Purtroppo quell'anno andò tutto storto. Avevo deciso di mandare via Boniek per far tornare Salvemini ma i tifosi e i giornali me lo impedirono. E così dopo aver speso una barca di soldi ci ritrovammo in B».
E' vero che aveva un debole per Maiellaro?
«Sì, io a Maiellaro gli ho fatto anche da padre in un momento particolare della sua vita, ma il ricordo più bello fu quello di Ingesson che in un momento difficile dimostrò di essere un grande uomo in una riunione di spogliatoio, battemmo il Lecce in notturna e andammo in serie A».
Di Conte cosa ricorda?
«Il campionato dell'anno scorso è stato qualcosa d'incredibile. Mi è dispiaciuto mandarlo via, ma lui sa perchè. Non ha saputo gestire qualcosa di grande che aveva creato. A differenza di Ventura che è stato una grande sorpresa perchè oltre ad essere un allenatore che tutti stiamo ammirando sa lavorare bene anche sul piano psicologico».
E' un Bari che vola soprattutto con Perinetti.
«Grande lavoro con bravura e professionalità, ma ci siano anche esposti economicamente, Un grazie particolare va ai nostri tifosi che sono tornati ad incoraggiare squadra e società».
Arriva la Roma che punta allo scudetto, il Bari invece a cosa punta?
«Il Bari deve continuare a fare il proprio campionato. Conoscendo i miei giocatori non si arrenderanno sino all'ultima partita. La Roma dovrà giocarsela, come l'Inter, la Juve e il Palermo e tutte le grandi squadre che sono venute al Bari. Non regaliamo niente a nessuno».