La penna degli Altri 15/04/2010 09:44
Loro solo podisti

Nei locali della prima sede di Corso Umberto I, i 70 aderenti al sodalizio bianco-rosso, praticavano ginnastica, podismo, scherma, nuoto, tiro a segno. Vale a dire gli sport e le attività ricreative predilette dalla nobiltà e dallalta borghesia della capitale. La Lazio degli esordi nasce su una panchina del lungotevere, inizialmente non aveva presidente, né campo sportivo, mentre la prima sede fu una bottega presa in affitto al primo pano di Via Valadier. E allora? La noblesse bianco-celeste? La rivalità con gli aquilotti e i susseguenti sfottò da dove nascono? Va detto che la Lazio divenne ben presto la Società del potere politico di Roma. Nel gennaio del 1904 ne diviene presidente Fortunato Ballerini, capo Divisione del Ministero di Grazia e Giustizia, in seguito arriveranno il generale Varini, il generale della milizia Giorgio Vaccaro (futuro presidente della FIGC). Perché tanto interesse? Forse perché la Lazio, era nata come podistica, unattività che veniva giudicata ottima come avviamento premilitare. E da notare che almeno sino al 1921, sulle casacche della sezione calcio della Lazio veniva riportato lo stemma della Podistica. Nel 1992 ebbi la fortuna dintervistare Giorgio Carpi, ex Roman, oltre che giocatore schierato dalla Roma nel primo derby. Carpi mi disse: «Quando ero nel Roman prendevamo in giro quelli della Lazio chiamandoli pistamentucce. Perché loro erano dei podisti, noi invece giocavamo a football».
Ecco dunque la natura dello sfottò, la Lazio è la squadra del potere politico, un club destinato a belle scampagnate ai castelli che inizia anche a cimentarsi (dominando, sarebbe un falso non riconoscerlo) nel nascente calcio capitolino del novecento. Si è anche scritto (e non cè dubbio che continueranno a farlo all infinito, non ho più speranze in merito), che la Lazio sfuggì alla fusione che diede vita alla Roma operata dal malvagio Italo Foschi federale di Roma. Peccato che Italo Foschi fosse stato rimosso dal ruolo nel dicembre del 1926, per questioni squisitamente politiche. Quando finalmente l8 dicembre 1929, la Roma affrontò per la prima volta la Lazio, lobiettivo era di dimostrare chi fosse il più forte a Roma, facendo se possibile perdere le staffe agli alti papaveri che avevano a cuore le sorti della Podistica Lazio. Quel primo derby, lo sapete tutti, lo vinse la Roma. Passaggio di Attilio Ferraris IV a Volk, che, spalle alla porta, si gira di scatto e mette in rete. La festa, come scrisse Il Messaggero inizia subito: «I clamori del pubblico si alzano al cielo, sventolio di cappelli, di bandierine giallorosse, grida di saluto. I compagni intanto soffocano Volk a furia di abbracci e strette di mano». Come sfottò i giocatori decisero di sfilare per Via del Corso a bordo di botticelle che finirono la loro corsa allOsteria di Via del Gambero di proprietà di Umberto Farneti, ex presidente dellAlba divenuto accanito socio laziale. Bernardini mise la banconota avuta come premio partita nel taschino della giacca: «Come un trofeo!».