La penna degli Altri 10/04/2010 10:37

La Fiorentina stasera vuole perdere. E Viviano non parò il gol dell’Inter

Ormai non si parla d’altro e le dietrologie si sprecano, soprattutto nella Roma giallorossa. Si parla molto del posticipo di stasera, -Inter, con i viola che lascerebbero volentieri la vittoria ai nerazzurri per due motivi: perché uno scudetto all’Inter fa meno male che un tricolore sulle maglie della Roma; e perché la sfida che più interessa alla è la semifinale di Coppa Italia: una finale garantirebbe al club di Della Valle l’ingresso in Europa League, mentre in campionato il cammino è più accidentato. Roba da tam tam radiofonico, ovviamente, come le illazioni sul del Viviano che avrebbe esitato sul secondo gol dell’Inter perché la società possiede il 50% del cartellino. Potremmo proseguire ancora a lungo. Ma ci fermiamo qui. Basta per capire quale sia ormai il clima in cui si svolgerà la volata scudetto tra Inter, Roma e anche Milan.



E sullo sfondo c’è sempre Calciopoli 2. Ieri ha dichiarato anche il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Chi non parla fa bene. Io ho fiducia nella Federcalcio e nel presidente Giancarlo Abete, sono loro che devono interpretare le regole e le norme e sono loro che devono capire se una cosa sia nuova o meno. Conta quello che dirà la Figc - ha detto Petrucci a Sky Sport -, si fa bene a sentire gli esperti, ma dare un giudizio oggi è sbagliato e probabilmente lo si fa solamente per andare sui giornali». Interrogato sul motivo di tante intercettazioni telefoniche non diffuse né utilizzate durante lo scandalo del 2006, Petrucci ha risposto: «Questo non lo so. Avendo fiducia nella magistratura credo che abbiano preso solamente i documenti che servivano all’indagine».



E se il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone si è detto meravigliato dalla nuove intercettazioni («aveva ragione chi, a suo tempo, sosteneva che ci fossero altri club coinvolti»), l’ad del Milan Adriano Galliani preferisce tacere: «Nel 2006 ho giurato che non avrei detto più nulla sulla faccenda. E anche se promesse ne mantengo poche, questa è tra quelle che mantengo assolutamente. Quello che penso me lo tengo per me».



«È stato un processo farsa sin dall’inizio, andava fatta un’indagine a 360 gradi, non a 15 gradi». L’ex arbitro Massimo , tra i principali imputati del processo di su Calciopoli, è tutt’altro che sorpreso dai recenti sviluppi emersi dalle nuove intercettazioni. Nei giorni scorsi è stata pubblicata sui giornali una sua telefonata con Facchetti. «Ero sia io a chiamare che i dirigenti a chiamarmi, era una prassi normale, non si faceva niente di illecito - si difende in un’intervista a “Radio Radio” - Avevo un rapporto di reciproco rispetto con Facchetti e ci sentivamo al telefono. Lo avevo detto anche in passato e fui querelato dalla famiglia Facchetti, tanto che presentai delle lettere di scuse per aver tirato in ballo una persona che non c’era più e non poteva difendersi ma a fronte di questa lacuna investigativa è uscita una delle telefonate. Ma ce ne sono tantissime altre e questo dimostra che non ho detto il falso». sottolinea che “oggi, alla luce di alcuni riscontri che allora la giustizia sportiva non volle fare, è uscito ad esempio che tra me e Moggi non c’è nessuna intercettazione, ora si scopre che ci sono intercettazioni volutamente coperte. Chi mi ha distrutto è stata la Figc con un processo sportivo di cui dovrebbe vergognarsi». Le intercettazioni cadute nel dimenticatoio, inoltre, non sarebbero soltanto quelle emerse nei giorni scorsi. “Secondo me dovremo aspettarci ancora tanto, fermo restando che effettivamente, di penalmente rilevabile, io non ci trovo niente come in quelle precedenti - insiste -. È stata un’indagine voluta da qualcuno e condotta in modo unidirezionale, volta a colpire alcune persone e oggi sta emergendo».



Dulcis in fundo, il deputato del Pd Andrea Sarubbi propone una commissione d’inchiesta parlamentare su calciopoli: «È urgente instaurare un’analisi più approfondita che aiuti a ridare credibilità al calcio in quanto tale».