La penna degli Altri 20/04/2010 11:09

Il signore del derby

Già c’erano passati proprio e prima di due giorni fa. Ma escluderli insieme, a metà partita, questo ancora nessuno lo aveva mai visto né immaginato. Con i due capitani costretti ad accettare per il bene della squadra. Il primo con più partecipazione all’Evento, l’altro un po’ rabbuiato. Entrambi, però, in panchina a dare un segnale ai compagni allo stesso allenatore. Il gruppo c’è e marcia compatto verso il traguardo. Vincendo contro la Lazio, Ranieri eguaglia la striscia di risultati utili di Capello: 24 partite di fila, ma con più vittorie, in tutto 18 (e 6 pareggi), rispetto all’allenatore del terzo scudetto giallorosso, 15 successi (e 9 pareggi) nel campionato 2001-2002. Quindi il tecnico di San Saba sta addirittura facendo meglio.

E non solo in quanto a punti totalizzati in questa rincorsa iniziata il primo novembre. E’ più coraggioso di Capello anche nelle scelte. Nessuno può dimenticare la sostituzione di a Torino, il 6 maggio del 2001, nella sfida scudetto contro la di : sul 2 a 0 per i bianconeri, dentro Nakata, decisivo (con un gol e un tiro poi ribattuto in rete da Montella) per il 2 a 2 della Roma. Nel derby Ranieri è riuscito contemporaneamente a sorpassare l’Inter e l’attuale ì dell’Inghilterra, privando, sotto per il gol di Rocchi, la sua squadra dei due giocatori più rappresentativi. Fuori, in un colpo solo, e : una mano da giocatore d’azzardo nella partita che può valere una stagione.

Deromanizzare il suo gruppo nella partita più sentita proprio dai calciatori nati in questa à: non il colpo di genio, ma il frutto del lavoro quotidiano. Adesso nessuno ricorda che, negli addestramenti a Trigoria della scorsa settimana, per tre giorni di fila Ranieri non ha inserito nella formazione titolare che ora sa di essere soprattutto l’alternativa di Toni (e viceversa) e di non dover giocare tutte le partite di un’annata (guardando alla e all’età dei due, la rotazione allungherà la carriera di entrambi). L’idea del tecnico era, insomma, quella poi vista nella ripresa.

Con umiltà ha confessato in pubblico l’errore di partenza. Rientrando negli spogliatoi non si è rivolto ai diretti interessati ma alla squadra. «Non siamo in partita, non riusciamo a giocare». Ma poi, quando ha spiegato come voleva cambiarla, anche i suoi collaboratori sono rimasti senza parole. Oggi si discute ancora del rigore parato da Julio Sergio, prima svolta nella ripresa del nuovo ribaltone giallorosso, l’ennesimo dell’annata. Se Floccari avesse fatto gol, all’allenatore avrebbero sicuramente rimproverato due cose: le scelte iniziali e quelle nell’intervallo.

E’ stata la sua prima ammissione davanti alle telecamere. Con il sorriso, però. Per la felicità di aver conquistato il sesto successo di fila della Roma di nuovo capolista. Privandola improvvisamente dei simboli, capitan presente e capitan futuro, ha scritto una pagina storica per la società. Dopo l’andata, si aggiudica anche il derby di ritorno. Al primo tentativo, come non accadeva, a un tecnico giallorosso, da cinquant’anni: l’ultima doppietta, nel torneo ’59-’60, era stata di Alfredo Foni. Gli altri due a riuscirci, prima dell’attuale allenatore giallorosso e della seconda guerra mondiale, furono l’inglese Herbert Burgess (’29-’30) e il suo successore, l’austriaco Janos Baar (’31-’32). Ma non c’è da stupirsi dell’en plein di Ranieri.

Il suo curriculum è ottimo in queste sfide. Basta fare un passo indietro e tornare all’esperienza alla : tre successi e un pareggio nei quattro match con il Torino. Anche all’estero vanta una discreta imbattibilità.

Escludendo ovviamente la parentesi inglese con il Chelsea (a Londra è derby quasi tutte le settimane: West Ham, Tottenham, , Charlton, Fulham, Watford, Crystal Palace, Millwall, Queens Park Rangers) ed è quasi impossibile non perdere mai, la sua avventura in Spagna sia sulla panchina dell’Atletico Madrid e dunque contro il Real che su quella del Valencia contro il Levante è senza macchie nei derby.

Il suo primo, ottobre ’99, è da incorniciare: successo per 3 a 1 al Bernabeu, contro avversari come Anelka, Eto’o, Raul, Redondo, Seedorf, Morientes, Mc Manaman, Roberto Carlos e Hierro. Per la cronaca non perse, guidando la in serie B, nemmeno quelli regionali contro il Pisa e la Lucchese. Mister Derby, chapeau.