La penna degli Altri 29/04/2010 10:36

Galloppa, la Roma e la sua Inter

GASPORT (F.ODDI) - 
«Avevo 6 anni, lo ricordo come fosse ieri: eravamo cinque amici, ci prendemmo cinque squadra diverse: io ero il più piccolo, scelsi per ultimo e presi l'Inter. Che peraltro in quel periodo non vinceva mai. Con gli anni ho contagiato tutta la famiglia: fratello, cugino, figli miei e loro». Giocherà per due squadre sabato Daniele Galloppa, contagiato per linea diretta: domenica Storari ha allungato la serie dei romanisti maledetti dai romanisti (CosmiMazzoneDaniele ContiDi Livio con la Di Chiara in Roma-Lecce...), il biondino del Parma, comunque vada, non ne farà parte. 
Il ricordo Cinque amici, nel '61, a due passi dall'Ippodromo delleCapannelle, decisero per lui: papà Maurizio si ritrovò interista,Daniele è rimasto fedele alla linea, nonostante i dieci anni passati aTrigoria, entrando coi Pulcini e uscendo per fare la serie B, nel 2004, quando la Triestina dovette restituire Aquilani alla Roma, e lo scelse per sostituirlo. Tre anni dopo era a Siena, dove l'Inter venne a vincere lo scudetto 2006-07: avviò l'azione del pareggio - vanificato dall'1-2 di Materazzi su rigore - poi a fine gara entrò nello spogliatoio dei nerazzurri.

Nazionale under 21, quando i tifosi giallorossi invocavano una Roma di romani e romanisti ogni tanto tiravano fuori anche il suo nome: le telecamere che lo inquadrarono in diretta nazionale in piena festa interista chiarirono una volta per tutte l'equivoco. Galloppa senior. Ora a Trigoria l'unico Galloppa che ogni tanto si fa vedere è il padre Maurizio, che nel tempo libero fa il vicepresidente del Tor de' Cenci: Daniele sapeva che da quelle parti lo consideravano uno dei tanti, e non spinse certo per tornarci. E la società non ne fece una tragedia, pensando bene di lasciarlo al Siena in cambio di Loria. Due presenze in Nazionale, neppure una in maglia giallorossa. «La società non so fino a che punto - spiega Galloppa senior - ma Capello lo considerava: lo aveva scoperto al primo anno di Primavera, quando Ugolotti non volle portarlo al Viareggio, e Galbiati lo fece allenare con la prima squadra. Qualche mese dopo volevano portarlo a Palermo, per una gara di Coppa Italia: chiamarono De Martino, che aveva un anno di meno, e riuscì anche a esordire, al posto di Candela, perché non riuscirono a rintracciare mio figlio. Chiamavano a casa, e non rispondeva nessuno. Stava allenandosi con l'under 18, a Coverciano, quella mattina: la Roma aveva un giocatore in nazionale, e se lo era dimenticato».