La penna degli Altri 17/04/2010 11:21
Fiorini: «E io sposto il mio spettacolo»

La Roma ha più da perdere. «Sì, ma nellaria cè qualcosa di particolare, perché si sta materializzando qualcosa che nessuno si aspettava. Questa situazione ha un sapore speciale».
I tifosi in città sembrano vivere una silenziosa attesa. «E normale, cè un po di paura. E come quando corteggi una donna e chai paura a farti avanti perché è troppo bella. E poi magari alla fine scopri che pure lei non vede lora che ti fai avanti. Come dice Ranieri, il curvone è passato ma cè ancora da affrontare il rettilineo finale e spesso si possono fare gli incidenti anche in rettilineo. Andiamo avanti cauti ma, se per loro è la partita della vita, lo è anche per noi. Quindi...».
Quindi niente paura della Lazio e neanche dellInter. «Certo sarebbe bello dargli una bella lezione a quel Mourinho che è così antipatico».
Magari lo fa apposta a fare lantipatico. «Anche se fosse così, alla fine rompe lo stesso. Come dicevano nella famiglia mia: Simparasse a campa pure lui. Batterli sarebbe una grande impresa. Loro sono una corazzata, noi abbiamo dovuto fare le nozze cosi fichi secchi. Come dice lelettricista (ormai Totti lo chiamo così perché quando gioca saccende la luce, ndr), uno scudetto qui vale come 10 fuori».
Il derby significa anche sfottò. «Chiaro. Ma si dovrebbe tornare a quelli di una volta. Alle scommesse che si facevano tra tifosi rivali. Come quella che feci io con Enrico Montesano. Decidemmo che chi avesse perso il derby avrebbe dovuto girare nudo attorno alla statua di Garibaldi al Gianicolo».
E come andò? «Andò male. Mi toccò fare lo striptease. Tra laltro si era sparsa la voce di questa cosa e al Gianicolo cerano tremila persone. Faceva un freddo... Montesano mi disse che se strillavo Forza Lazio potevo pure non spogliarmi. Non accettai e mi spogliai. Tutto questo per dire che bisogna tornare alla goliardia e lasciar perdere le cose di adesso che spesso sfociano nella violenza. Vorrei che la tifoseria romanista dimostrasse la maturità degli ultimi tempi».
E i derby di quando eri piccolo? «Mah, lì mi imbucavo perché non cavevo i soldi». La Roma è una passione da sempre. «Per me la Roma è madre, moglie, amante e figlia. E tutto. Nell84 per quella maledetta finale mi sono pianto lira di Dio. Dolori ma anche tante gioie. Non potete immaginare quanta emozione ho provato alla festa degli 80 anni quando mi hanno chiamato a cantare sul prato dove gioca la mia Roma. E stato incredibile».
E il secondo scudetto con la tua canzone mandata allo stadio? «Era carina... una marcetta che ci è venuta in mente al ritorno da una trasferta, dopo la partita di coppa Uefa contro lIpswich. Stavamo in areo e ci siamo messi lì con la chiatarra...Noi cavemo er core grosso. E carina, ma non è bella come la canzone di Antonello».
Domani,dunque, niente stadio. La partita la vedi in tv con la compagnia. «Sì, non faccio in tempo ad arrivare allOlimpico. Ma almeno me la vedo. Pensa che negli ultimi tempi abbiamo fatto cose da matti pur di seguire quello che succedeva nelle partite che si giocavano durante lo spettacolo».
Come facevate? «Io stavo in scena con una radiolina praticamente nel... sedere ».
Con lauricolare? «No, tenevo il volume basso, ma ogni tanto per sentire i risultati il monologo ne risentiva. Ma ne valeva la pena». Se va in in certo modo hai già fatto programmi? «Non diciamo niente. Cho Garibaldi che mi aspetta».