La penna degli Altri 07/04/2010 09:52

De Rossi, cento giorni per sognare

Lui che risponde sempre presente. Lui che è , anni ven­tisette da compiere il prossimo venti­quattro luglio, alle spalle già una carriera da togliersi il cappello, davanti un grande sogno, quello di vincere lo scudetto con la maglia della squadra che ama da quando ha ricordi, quella che sarà sempre quella della sua vita, l’unica che ha baciato e continuerà a baciare. La Roma ci crede, figuratevi lui che è da quando entrò nelle giova­nili giallorosse che sogna di fe­steggiare uno scudetto, troppo giovane per sentire suo (da calcia­tore) quello del 2001, anche se al­l’epoca Fabio Capello lo aveva già adocchiato nella Primavera chia­mandolo spesso e volentieri ad al­lenarsi con , Batistuta, Cafu e compagnia.

Quella Roma l’ha vissuta, co­munque, più da tifoso che da pro­tagonista, ora vuole unire le due cose. Anche per prendersi una ri­vincita sul campionato di due an­ni fa, quello che si concluse con l’Inter campione dopo che la Ro­ma, a Catania, per quasi un’ora di gioco era stata campione d’Italia. Non ha dimenticato il biondo cen­trocampista di Ostia e, oggi, se qualcuno gli ricorda quella stagio­ne, lui ribadirebbe gli stessi con­cetti che espresse nel caldo dopo partita del “Cibali”, quando disse chiaro e tondo che non se la senti­va di fare i complimenti dopo quello scudetto che fece parlare, tanto, anche per questioni arbitra­li.

la pensa come a proposito di scudetto e dintorni. E non perché è suo amico oltre che capitano della Roma. « Un campionato vinto con la Roma ne vale dieci da qualche altra parte, sarebbe fantasti­co, lo sogno da sempre e mi augu­ro di poter realiz­zare questo so­gno » ha sempre detto a proposito di un titolo che, probabilmente, mai come in que­sta stagione sente alla portata del­la sua Roma. «Se le vinciamo tut­te... » disse quando la Roma di Ra­nieri cominciò a ingranare le mar­ce giuste, vincendo le prime par­tite di una risalita che ha dell’in­credibile. La sua Roma gli ha dato retta, vincendole tutte o quasi. E adesso è a un solo punto dall’In­ter, sapendo pure che in caso di arrivo in parità con i nerazzurri, questa volta la regola delle sfide dirette sancirebbe il quarto scu­detto romanista. Sarebbe l’incredibile conclusio­ne di una stagione che per il bion­do non può certo essere definita come la migliore. Complici anche una serie di contrattempi, mai avuti in passato, che ne hanno li­mitato le presenze (27 su 32 par­tite, per le abitudini di sono poche) e la condizione fisica. Prima la frattura al­lo zigomo riportata a San Siro proprio nella sfida contro l’Inter, causata da un duro scontro con Vieira, poi i calcoli renali che lo hanno costretto a una setti­mana d’ospedale e a un recupero non semplice, poi questo fastidio tra tibia e caviglia che si sta portando dietro da di­verse settimane. Rispondendo, però, sempre presente. Perché uno scudetto con la Roma non ha prezzo.