La penna degli Altri 15/04/2010 10:08
Come eravamo
Pensa un po comè il destino, sliding-doors, porte scorrevoli. Un attimo prima la Lazio attacca e Zarate spedisce il pallone del vantaggio sul palo; subito dopo Mauri libera un missile ma il terzo portiere della Roma (e dagli...) Julio Sergio Bertagnoli, costato zero lire e che doveva finire al Grosseto in serie B, parte in volo e cambia direzione al campionato e al sogno. La Roma veniva sforacchiata ininterrottamente da diciotto giornate, da Roma-Chievo del 3 maggio 2009, cose da pazzi. Ma è deciso che qualcosa cambierà proprio lì. LInter perde con la Juventus di Ciro Ferrara, pensa un po, sembra preistoria, e dal massimo vantaggio di 14 punti scende a +11. La Lazio invece resta messa male e continua a camminare sul cornicione un punto sopra la zona retrocessione, eppure dopo la sconfitta va a cena per ricompattare il gruppo (che però si ricompatterà solo molto dopo, a un centimetro dal crepaccio). Lotito conferma Ballardini: «Stia tranquillo, ho scommesso su di lei». Ranieri e Ballardini hanno appena vissuto il loro primo derby. In piedi ne resterà uno soltanto.
La Roma dopo il derby si risveglia quinta in classifica. «Il posto in Champions-League non ci sfuggirà» annunciano i giocatori orgogliosi e fieri, senza nemmeno immaginare la follia che accadrà, una striscia che sembra un festone, una stella filante fatta di 23 partite utili consecutive. Burdisso, che per Mourinho era lo scarto del frigo, appena regalato alla Roma diventa una montagna alta quanto lEverest; Pizarro è un regista fatato che a centrocampo smista palloni come se fossero frisbee; Vucinic butta tutti i palloni dentro; Julio Sergio invece li butta tutti fuori; la società sembra accerchiata dai creditori ma reagisce come nei film dei cowboy, mette i carri al centro e aspetta larrivo dei Cavalleggeri del settimo che poi sarebbero i risultati, 17 vittorie e 6 pareggi. Quanto a Lotito sta inguaiato con gli arbitrati di Pandev, Ledesma e Manfredini, ma per fortuna rompe il salvadanaio e sia pure con qualche colpo di tosse esce dal mercatino di riparazione con salvezza Floccari, André Dias, Biava e Hitzlsperger. I tifosi si consumano il sedere con i sit-in, Ballardini viene confermato ad ogni sconfitta ma sembra solo allungare una situazione che ormai non può più cambiare, il resto il campionato della Lazio sembra come quel famoso proverbio cinese quando pensi di aver toccato il fondo comincia a scavare. Viene in mente il credo di Trapattoni: «Esistono due categorie di allenatori, quelli esonerati e quelli che stanno per essere esonerati». Ballardini viene scaricato senza rimpianti, Reja arriva il 10 febbraio e quattro giorni dopo la Lazio vince a Parma. La sofferenza sarà lunga, preoccupante, straziante, persino esilarante, prima il ritiro, poi addirittura il mental-coach, la svolta arriverà solo con la vittoria di Cagliari.
La Roma intanto ha spiccato il volo come una mongolfiera e con Toni, altro presunto giocatore finito gentilmente offerto dal Bayern, ha dato una bella sistemata là davanti. Se la vita è un sogno, una rimonta dei desideri, un recupero delle possibilità impossibili, la Roma 2009-2010 è tutto questo. Comunque vada a finire, bene o male, sarà indimenticabile. Per fortuna ora viene il derby a mischiare tutto.