La penna degli Altri 25/04/2010 11:00

Come col Dundee come non mai. Pensando a Sergio

Però dopo la vittoria dell’Inter, il controsorpasso, gli urletti del Meazza, i ghigni di Mourinho, la retorica da uomo vero di Materazzi, la Balotelleide da Telelombardia... il fastidio è una sensazione nitida, che si fa mista a nervosismo e a un briciolo di paura. Apposta non servono le parole: tutto ciò che passa dal fischio finale di Orsato ieri pomeriggio a quello d’inizio di Damato è inutile, tempo perso, da bruciare, bla bla bla. Non basta nemmeno parlare di Menez con quella faccia un po’ così che ci pensa lui a Genova. All’altro tridente. A Riise sempre presente. A e ... No, la Roma è solo un blocco, la Roma è solo Roma adesso e quindi, come tale, è sola: dovrà vincerle tutte per vincere. Dovrà vincere per vincere. Se ci pensate è stupendo. È una costante caccia al Sole. È difficile, ma persino naturale.

Quando inizia la partita? C’è solo un antidoto: pensare a Sergio Floccari. Pensateci. Sì, aiuta. E’ vero, non è una battuta. Il nervosismo sfuma, si fa lieve anche questo intervallo (quante notti in settimana il sonno è arrivato pensando al fallo di Cassetti su Kolarov infinito preludio alla gioia più perfida e pura? Almeno tre). Ecco non sprechiamo quel momento dolcissimo. Ti fa pensare a Roma-Dundee e ti ricordi quanto sole c’era, quanti abbracci, quanti racconti portati là dentro in quell’attesa, mentre sapevi che stavi per fare la storia. Oggi di questa consapevolezza non ci facciamo niente. È il 25 aprile. Vinciamola. Liberiamoci.